Fiorentina, la rinascita di Bernardeschi

Il talento viola segna due gol e li dedica alla squadra: «Sono contento se gioco, non della posizione»

Bernardeschi insieme a Sousa

Bernardeschi insieme a Sousa

Firenze, 24 ottobre 2016 - «SU BERNARDESCHI stiamo lavorando da un anno, ho cercato di aiutarlo per renderlo più competitivo e riuscire a farlo giocare anche da interno oltre che da esterno. E poi oggi (ieri, ndr) il tipo di partita ha favorito gli esterni offensivi e i giocatori d’attacco». Paulo Sousa non è mai banale quando parla di Berna; sia quando usa il bastone che le parole al miele (mai in pubblico). Evidentemente ha ragione l’allentore se la risposta del numero 10 viola alle sollecitazioni del portoghese è stata quella di Cagliari. Non poteva essere il vero Berna quello visto fino a ieri. Confusionario, assalito dalla voglia di dimostrare di essere importante e quindi inevitabilmente portato all’eccesso. Troppi hanno cercato di dare una spiegazione a tutto quello che gli stava succedendo, in campo e fuori. Giudizi affrettati, anche taglienti, ma che hanno avuto l’effetto di far lavorare Bernanrdeschi ancora più duramente. E lui si è affidato al suo allenatore, quello che lo ha inventato cursore di fascia lo scorso anno, facendolo apprezzare anche al grande pubblico (e ai vari commissari tecnici azzurri). Si è affidato, dunque, allo stesso allenatore che gli ha tirato le orecchie in pubblico per farlo rientrare sui binari, qualora ce ne fosse stato bisogno. Non è quna questione di ruolo, ma di fiducia reciproca: «Io trequartista? Io do sempre la mia disponibilità, dove il mister si sente di farmi giocare. Sono contento di aver segnato due gol, però come ho sempre detto sono ancor più felice di dare il mio contributo, in qualsiasi zona del campo».

ECCOLA la risposta più importante al quesito che era diventato una sorta di tormentone estivo e autunnale. «Sono partito da play-maker sinistro, ma il mister ci dà molte opportunità per scambiarmi di ruolo. Ci siamo trovati bene in campo: io sono contento se gioco, non della posizione, dando il mio contributo alla squadra, anche nei momenti di difficoltà».

In altre parole, viene prima di tutto la squadra, le sue prestazioni sono funzionali al successo della Fiorentina. Perché per Bernardeschi ha le idee chiare su questo: «La vittoria è un bel segnale, abbiamo fatto una grande partita nonostante la brutta partenza. Ma abbiamo avuto una reazione da grande squadra quale siamo. Oggi è stato importante dimostrare che siamo una grande squadra».

Ora però è necessaria una riprova immediata, altrimenti tutto sarà inutile. E questo Berna lo sa perfettamente.