"Tutto quello che vuoi", un film con un'anima toscana

Una pellicola che meriterebbe la giusta attenzione da parte del pubblico

Il cast di "Tutto quello che vuoi" (Ansa)

Il cast di "Tutto quello che vuoi" (Ansa)

Firenze, 13 maggio 2017 - C’è un piccolo film italiano appena uscito sugli schermi, molto molto toscano. Si tratta di Tutto quello che vuoi, diretto da Francesco Bruni e interpretato da uno strepitoso Giuliano Montaldo, già regista dalla lunga e bella carriera, chiamato questa volta a impersonare un anziano signore un po’ smarrito. Una bella storia che contrappone un ottantenne sulle soglie dell’Alzheimer a un giovane borgataro ignorante e rissoso, che solo per soldi accetta di seguire l’anziano intellettuale nel suo quotidiano.

Un film uscito in sordina che meriterebbe la giusta attenzione da parte del pubblico. E pur essendo nato a Genova nel 1930, Giuliano Mondaldo si trasforma per l’occasione, in un poeta nato a Pisa nel 1935. Con il sogno di tornare nella sua città natale per fare i conti con il proprio passato; più precisamente nel centro storico in via San Frediano. Proprio per questo, si farà aiutare dal giovane assistente e dai suoi amici "de borgata".

Inizia così un viaggio che parte dalla capitale, alla ricerca di un tesoro misterioso che riaffiora nella mente dell’anziano poeta. Si riaffacciano i ricordi di una guerra, della seconda guerra mondiale, con tutti quei fantasmi che non hanno mai abbandonato l’arzillo vecchietto. In fuga con tre ragazzini su un fuoristrada, nel cuore della Toscana. Si citano luoghi come Piteglio, Femminamorta, Goraiolo, Pracchia, Corno alle Scale e tanti altri, fino al finale nella città della torre pendente.

Gli imprevisti non mancano, e neppure i pericoli. "Tutto quello che vuoi" è davvero una delle commedie più riuscite di questa fine stagione cinematografica. Tutt’altro che banale, con un pizzico di poesia che può persino commuovere sul finale. Il merito va, oltre che a Giuliano Montaldo e agli altri interpreti, al regista sceneggiatore Francesco Bruni, arrivato alla sua terza regia dopo "Scialla" diventato un piccolo cult movie tra i giovani, e dopo "Noi quattro", purtroppo passato come una meteora nel 2014.

Pur essendo nato a Roma nel 1961, Bruni è comunque un cineasta toscano cresciuto a Livorno. E quando si dice Livorno si dice Paolo Virzì, suo amico storico, tanto da esserne diventato il suo sceneggiatore di fiducia. Per Virzì, Bruni scrive "Ovosodo", "Baci e abbracci", "My name is Tanino", "Caterina va in città", "N io e Napoleone", "Tutta la vita davanti", "La prima cosa bella", "Tutti i santi giorni", "Il capitale umano". E finalmente nel 2011 il passaggio dietro la macchina da presa con "Scialla".