Genitori e figli con disturbi dell’apprendimento

«Non sono una malattia: favorire un clima positivo»

Dott. Daniele Mugnaini - Pas

Dott. Daniele Mugnaini - Pas

«Non sono una malattia: favorire un clima positivo»

L’intervista a Daniele Mugnaini, responsabile dell’equipe multi-professionale per la valutazione Dsa di Rete Pas

Disturbi che impediscono completa autosufficienza nella lettura, nella scrittura, nel calcolo, nell’elaborazione di informazioni. Sono i disturbi specifici dell’apprendimento, conosciuti come Dsa: ecco il parere di Daniele Mugnaini (nella foto a destra) responsabile dell’equipe multi-professionale per la valutazione Dsa di Rete Pas, specializzato in psicologia scolastica e disturbi dell’apprendimento e con una lunga esperienza all’Asl 10 di Firenze.

Dottor Mugnaini, quali sono i principali Dsa? «Il più diffuso è la dislessia che produce ‘dispendio attentivo e cognitivo’ durante la lettura, creando affaticamento e demotivazione. Questo determina un livello minore di successi scolastici rispetto a età, grado di scolarizzazione, bagaglio cognitivo generale e impegno profuso dallo studente. Meccanismi analoghi interessano il calcolo e il processamento numerico (discalculia) o la scrittura, con difficoltà nella codifica ortografica (disortografia) e nella scioltezza nella calligrafia (disgrafia). Spesso coesistono e interessano circa il 4% della popolazione scolastica».

Cos’è una valutazione neuropsicologico-scolastica e quando è opportuna? «È una valutazione che coinvolge neuropsichiatra infantile, logopedista e psicologo: si parla coi genitori, si compilano alcune scale e si chiede al bambino di svolgere dei compiti. È utile se lo studente continua ad avere problemi significativi (fallimento, lentezza, stress) nonostante le buone capacità complessive. Se la valutazione conferma la presenza del disturbo viene presentata alla scuola la certificazione di Dsa: questa serve a tutelare legalmente il diritto a un piano didattico personalizzato (Pdp), che tutti i docenti devono mettere in atto per ‘aggirare’ le interferenze da Dsa».

Bambini e bambine con Dsa hanno diritto all’insegnante di sostegno? «Questa figura entra in gioco nel caso in cui venga riconosciuto un quadro compatibile con la Legge 104, cioè quando gli accorgimenti previsti in un Pdp non sarebbero sufficienti a garantire l’aiuto necessario. Si tratta di quadri più severi del Dsa, tutelato invece dalla legge 170/2010. Se però al Dsa si associano caratteristiche che creano svantaggio significativo rispetto ai coetanei non è esclusa l’attivazione della 104».

Cosa consiglia ai genitori? «Aver chiaro che si tratta di una caratteristica neuropsicologica non di una malattia, una diminuzione di intelligenza o qualche altro tipo di carenza: questo aiuta a non incorrere in inutili negazioni, resistenze o demoralizzazioni. Poi, monitorare che il Pdp sia adeguato e applicato e che il clima scolastico e familiare sia positivo. Tutelare la qualità della vita includendo le normali occasioni di svago e magari trovare una persona che aiuti il bambino nei compiti e a prendere familiarità con strumenti compensativi come la sintesi vocale al computer o la smart-pen che registra le lezioni. Se il Dsa è abbastanza severo i genitori possono chiedere che sia riconosciuta allo studente l’indennità di frequenza (da attivare con il proprio medico di base), così da poter disporre di risorse per l’avvio dei supporti extrascolastici. Per le famiglie di alunni del primo grado di istruzione con Dsa, la Legge 170 prevede inoltre forme di flessibilità oraria sul lavoro per garantire ai figli assistenza extrascolastica».