Centri Antiviolenza

Nell’83% dei casi chi chiede aiuto è perseguitata dal partner o dall’ex

Nazione Solidale

Nazione Solidale

I Centri antiviolenza non sono più solo meta di vittime di violenza in ambito domestico. Pur rimanendo punto di riferimento per queste donne, sono sempre più raggiunti da un diverso tipo di utenza. Si tratta di donne con livello di istruzione medio alto, occupate e che subiscono violenza fuori dalle mura domestiche, da parte dell’ex o del partner non convivente.

Dal 1° luglio 2009 al 30 giugno 2017 sono state 18.939 le donne che si sono rivolte per la prima volta a un Centro antiviolenza toscano, per chiedere aiuto per una violenza, psicologica, fisica o economica, reiterata nel tempo. Nell’83% dei casi a opera del partner o dell’ex. Tra luglio 2016 e giugno 2017 in 3mila si sono rivolte ai centri, il 22,5% in più rispetto al 2016. La maggior parte di loro è italiana (69,9%). Nell’ultimo periodo si registra un aumento di ragazze di età inferiore ai 18 anni: da 11 casi del 2015/2016 a 23 nel 2016/2017. Strettamente legate all’attività dei Centri antiviolenza sono le Case rifugio, strutture a indirizzo segreto nelle quali la donna, sola o con i propri figli, viene messa in sicurezza e inizia un percorso di uscita dalla violenza con il sostegno di operatrici formate. Nel corso degli anni è cresciuto sia il numero che la capacità ricettiva delle Case rifugio: attualmente sono 20 per un totale di 158 posti letto, 78 dei quali riservati ai minori. Nel 2016 hanno ospitato complessivamente 121 donne, 11 in più rispetto al 2015.