Nel paese dove è proibito tuffarsi. Pistoia, centro benessere sì, ma per gli insetti

A Vignole si attende da anni la spa con piscina Invia le tue segnalazioni a [email protected] di Linda Meoni

Sottoinchiesta

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Quarrata (Pistoia), 31 luglio 2014 - UN CENTRO polifunzionale che avrebbe dovuto ospitare aree fitness, wellness e centro estetico, con tanto di bar, solarium, negozi e ampia area all’aperto. Il tutto a contorno all’opera principale, la piscina attesa da più di dieci anni. Peccato che a Vignole, frazione del popoloso comune di Quarrata, Pistoia, che in questi dieci anni e oltre ha passato la palla a diversi sindaci, quel tuffo pare non s’abbia da fare. Nonostante la posa della prima pietra nell’ottobre 2010, in seguito a un travagliato iter e l’avvio (lento) dei lavori, tutto si è fermato al 23 dicembre 2011. Da allora la piscina è a tutti gli effetti un fantasma. A volte però, si sa, la realtà supera la fantasia. Nonostante le informazioni di stato avanzamento lavori siano ferme da più di due anni, le cose sono andate peggio di quanto si potesse immaginare. 

LA DITTA incaricata dei lavori, la Cepa di Pontassieve, è fallita e ha lasciato alle sue spalle un cavillo non da poco: i pochi lavori eseguiti, ovvero le fondamenta della piscina, non sono a norma.  Risultato? Tutto da rifare, con costi di demolizione che si sommano all’opera già di per sé onerosa. Ma facciamo un passo indietro. Nata sulla carta diversi anni fa, l’opera avrebbe dovuto interessare un’area di circa 6.500 metri quadri, con superficie coperta di quasi 2.500 e parcheggio annesso di circa 4mila metri quadri. Il progetto aveva un costo di 4.745.589 euro, di cui 1.718.400 euro finanziati dalla Regione (tramite il Piuss, piano integrato di sviluppo urbano sostenibile) e 3.027.189 euro da fondi privati, tra cui Uisp di Firenze (gestore dell’impianto) e Banca di Vignole, mentre il Comune avrebbe contribuito per le opere di urbanizzazione. Era il 2010 quando in fase di inaugurazione si diceva «il primo tuffo a primavera del 2012». 

Siamo nella seconda metà del 2014 e, con sottile sarcasmo politico, c’è chi dice che più che una piscina oggi non si ha che «una buca buona per le zanzare». Il Comune di Quarrata ha aperto un contenzioso con Uisp, per «gravi inadempienze», cioè per non aver sorvegliato il cantiere a dovere. Questione legale che aggiunge costi ad altri costi. Nel novembre del 2013 poi la giunta comunale ha approvato una delibera per l’estinzione del mutuo contratto per realizzare la piscina (972.490 euro) prendendo atto dell’impossibilità di proseguire coi lavori. Ma solo di interessi (senza considerare la penale per l’estinzione anticipata) il mutuo, di fatto mai utilizzato, sarebbe costato al Comune 250mila euro. 

POCO importa, per il Comune quell’impianto, anche se rivisto rispetto ai primi progetti perché ritenuto «faraonico», rimane sempre un punto fermo, tanto da inserirlo puntualmente nei piani triennali delle opere pubbliche. Ora una nuova fase: il Comune cerca possibili nuovi gestori per l’impianto e a rispondere al bando si sarebbero presentate due società. Nel dubbio, per farsi un bagno è meglio andare altrove.