Giovedì 18 Aprile 2024

C'era una volta il maestoso castello. Ma la favola è finita nel degrado

Otto secoli di storia e avventure: sos per la struttura di Melegnano di Alessandra Zanardi Invia le tue segnalazioni a [email protected]

Sottoinchiesta

Sottoinchiesta

MELEGNANO (Milano), 21 SETTEMBRE 2014 - ALBERGO, ristorante per gourmet, distaccamento del teatro milanese alla Scala. Di tutti i progetti di rilancio che si sono succeduti negli anni, nessuno è stato realizzato. E il castello mediceo di Melegnano giace per due terzi inutilizzato, soggetto all’assalto del tempo, in condizioni precarie. Con buona pace di Catellano Carbone, il podestà milanese che nel 1243 fece erigere il fortino, e del Medeghino, il marchese di Marignano che nel 1553 fece ridipingere le stanze con gli affreschi delle sue gesta vittoriose. In realtà, gli affreschi del Medeghino sono tra i pochi scorci oggi visitabili poiché si trovano nella parte centrale dell’edificio, di proprietà del Comune. Si tratta dell’unico settore che sia stato riqualificato e reso fruibile. Per il resto, è in abbandono. I comparti laterali (l’ala corta, sempre del Comune, e l’ala lunga, di proprietà della Provincia) aspettano ancora un restyling. Non che i proprietari non ci abbiano provato, ad avviare delle operazioni di recupero. Ma la mancanza di budget adeguati ha lasciato a metà il maquillage. 

PER QUANTO riguarda l’ala lunga, nel 2007 è stato eseguito un primo lotto di restauro finanziato dalla provincia di Milano con un milione di euro. L’intervento ha riguardato le parti esterne, tetto e facciate, e nelle intenzioni avrebbe dovuto essere propedeutico al ripristino degli interni. Nel 2008, infatti, la giunta provinciale ha approvato altri lotti di lavori, per circa sei milioni di euro. L’obiettivo era quello di trasformare l’ala lunga in luogo polivalente, con spazi espositivi al primo piano e un ristorante per cerimonie al piano terra. Tra le ipotesi ventilate c’era anche quella di creare una scuola di ballo come distaccamento della Scala. Il piano di rilancio, però, è stato varato solo in linea tecnica. E i lavori, non supportati economicamente, sono rimasti al palo. Nel 2010 è iniziata la ricerca degli sponsor, ma fra la crisi economica e i costi eccessivi dell’intervento (servono almeno 4 milioni e mezzo di euro) l’appello a favore di una partnership coi privati è caduto nel vuoto.

PER L’ALA corta, il comune di Melegnano ha varato un programma di ammodernamento già nel 2000, in occasione del Giubileo. Il progetto è stato poi ripreso nel 2011, quando si è ipotizzata una spesa di 2 milioni e mezzo di euro per destinare a scopi turistico-alberghieri l’area di 1.600 metri quadrati, distribuita su due piani, che ai tempi dei Savoia ospitava anche le prigioni regie. Ancora una volta, però, il progetto è rimasto sulla carta. Per uscire dall’impasse, si spera in una sinergia tra il comune di Melegnano e la Città Metropolitana, il nuovo ente sovra-territoriale destinato a sostituire la provincia di Milano. Intanto, nell’antico maniero regna il degrado e l’area esterna è soggetta a periodici atti di vandalismo. 

di Alessandra Zanardi