La gioia del capitano della Torre Capelli: "Sfatato il tabù di luglio, vittoria dopo 119 anni"

Le sensazioni di una giornata storica: "Nelle due ore e mezzo dentro l'Entrone sentivamo che potevamo vincere"

Il capitano della Torre in festa

Il capitano della Torre in festa

di LAURA VALDESI

Siena, 3 luglio 2015 - «Immensa gioia. E’ stato qualcosa di incredibile. Ero convinto, avevo una sensazione strana. Una sintonia perfetta con Andrea. Me l’aspettavo, era più forte di me».

Un Palio per cuori forti?

«Questa non è la mia vittoria. Lo è di Andrea, perché ha realizzato un capolavoro, e dei ragazzi della stalla che hanno accudito la cavalla in maniera eccezionale. La vera vittoria è del popolo della Torre che dopo un periodo difficile mi ha dato fiducia. Ha creduto nel mio progetto e nelle mie idee. Non solo: mi ha rieletto ancora con più voti. Il merito è esclusivamente del popolo della Torre, sono qui solo per fortuna. Lo ringrazio di avermi dato questa possibilità e di essere qui adesso».

Un successo dedicato a...

«Esclusivamente al popolo della Torre. E ad Andrea, sapete cosa è per me... Simonetta, Alfiero, Cristina, Ilaria, la Nicoletta sono stati per me un’altra famiglia in questi anni. Ora lo posso confessare: volevo vincere con Andrea. E’ la verità. C’è un legame, forte, una sintonia particolare. Anche voi giornalisti in questi giorni avete avuto pazienza. Ero concentrato, non volevo concedermi distrazioni».

Andrea ha vinto a San Martino il Palio?

«L’ha vinto da tanti giorni. C’erano state intese. ‘Me lo sento – diceva - questo è il nostro momento’. Quando l’ho chiamato appena dati i cavalli, era ancora in Piazza del Campo, non mi ha risposto. Rideva contento. ‘Ma che fai, vieni o no?’. E lui: ‘Paolino vengo ma stai calmo’. Mi ha trasmesso sicurezza, anche con l’aiuto di tante persone che ci sono state vicino, dei miei mangini, dei miei ragazzi. Ho una squadra fantastica, mai una sbavatura. E una Contrada che dopo il 2013 si è fermata, si è chiusa nelle sue stanze, al momento giusto si è riunita. La vittoria è del popolo della Torre e di Andrea Mari. Paolo Capelli non esiste in questo successo».

Il capitano temeva di non correre o non farcela?

«Ero sicuro di vincerlo. Due ore e mezzo dentro l’entrone, lucido, tutti sbadigliavano. Più mi guardavo con Andrea e più mi caricavo. Quando ci siamo salutati quell’occhiata era chiara: ‘Vinciamo noi’. L’ha detto alla cena della prova generale, l’ho detto io».

Quinto successo per Brio: il Palio ‘svolta’?

«I numeri sono fondamentali. Andrea attraversava un momento di forma incredibile. Lo vedi quando una persona sta bene. Nella legge dei numeri il quinto è importante, soprattutto con una rivale in Campo con un grande cavallo e con un fantino che stava venendo fuori, Caria. Hanno fatto bene a montarlo. C’era anche un pizzico di preoccupazione ma ero tanto convinto delle nostre forze. Pensate che la Torre a luglio non vinceva da 119 anni: Andrea ha fatto anche questo».