Università, Siena non è tra le top 500

La classifica Arwu annovera però Pisa e Firenze

Università di  Siena

Università di Siena

Siena, 20 agosto 2014 - «TRA I 500 migliori atenei al mondo c’è anche l’Università di Siena». Così recitava una nota del Comune. Era il settembre 2011. Si evidenziava con un pizzico di orgoglio che la classifica Arwu (Academic ranking of world universities) redatta dall’Università Jiaotong di Shangai «includeva Siena insieme ad altre sole 21 Università italiane tra gli Atenei al top nel mondo (era tra il 401°-500° posto), nonostante le sue dimensioni medio-piccole». Sono trascorsi tre anni e la città del Palio — alle prese con una crisi intra-moenia a 360 gradi capace di accentuare le difficoltà già forti, riflesso della situazione nazionale — è scomparsa da questo elenco. Che significa qualità ed eccellenza e viene stilato in base a parametri che tra l’altro tengono conto, al di là dei premi Nobel espressi, della qualità della ricerca come delle dimensioni degli Atenei. 

EPPURE il resto della Toscana c’è. Pisa fa la parte del leone nella nostra regione, anche se compie un passo indietro rispetto allo scorso anno, così come Roma, scendendo tra il 151° e il 200° posto. E’ Bologna la migliore delle 21 italiane presenti nella top 500. E Firenze? Resiste e si piazza, insieme al Politecnico di Milano, tra il 201° e il 300° gradino. L’antico Studium senese, invece, non pare avere lo smalto necessario per brillare a livello internazionale pur possedendo dna e storia da fare invidia a molti ‘emergenti’. Ma la crisi dell’Ateneo, esplosa (pubblicamente) nel settembre 2008, ha tolto linfa vitale a quello che poteva essere (ma forse può diventarlo ancora) lo strumento principe del rilancio di una città alla ricerca di una diversa identità. Innestata sulle radici originarie ma rinverdita con visioni lungimiranti. Tant’è. Siena non figura nella top 500 e — accade per la prima volta — il nostro Paese non ha Università fra le migliori 150 mentre gli Stati Uniti ne mettono ben 52 fra i primi 100, il Regno Unito 8, Francia e Germania 4 a testa. A pesare sono sicuramente i continui tagli al finanziamento del sistema, il blocco del turn over che costringe i giovani cervelli a fuggire all’estero, come documentato più volte anche dalle nostre colonne. «Al tempo stesso — questa l’interpretazione fornita dal rettore di Pisa Massimo Augello, che pure ha di che sorridere stando anche ai risultati lusinghieri nei macro settori delle scienze naturali (tra 101° e 150° posto), della Matematica e della Fisica — riflette lo stato complessivo del Paese in cui si fa fatica ad individuare e valorizzare i settori che possono davvero contribuire al rilancio della nostra economia e porre le basi per un solido sviluppo futuro. Tra tali settori vi sono indubbiamente quello dell’Università e della ricerca». 

SIENA non c’è, nella classifica Arwu. Figurano però, al di là delle due toscane, anche Ferrara, Parma, Pavia, Catania, oltre ai poli delle metropoli come Milano e Roma. La graduatoria è frutto di un panorama internazionale sempre più dinamico e globalizzato, in cui si affacciano nuove realtà e guadagnano posizioni le università dei Paesi che continuano ad investire nel settore. Ecco la parola chiave: investimenti. Idee. Cambio di passo.  La.Valde.