Torre, la grande notte: festa della vittoria fino all'alba

Oltre 1400 contradaioli hanno ricostruito, in salsa paliesca, i film più famosi

Festa della vittoria nella Torre (Foto Lazzeroni)

Festa della vittoria nella Torre (Foto Lazzeroni)

Siena, 27 settembre 2015 – «Che notte, che notte quella notte», cantava Fred Buscaglione. Da sballarsi di gioia. Con tante stelle in cielo, sopra Piazza del Campo, e in Salicotto. «Non è stata una vittoria solo mia ma di un intero popolo», continua infatti  a ripetere come un disco,  dalla sera del 2 luglio,  il capitano Paolo Capelli. E che sia vero si è visto  stanotte (la festa della vittoria nel rione si è conclusa in realtà  all’alba)  quando le 23 scene del film cremisi dal titolo  «Cento sfumature di Torre» sono diventate un’unica trama. Che raccontava di una Contrada  fiera di essere tornata alla vittoria dopo 10 anni, orgogliosa delle sue forze e consapevole di aver riacquistato un ruolo centrale nel Palio che conta. C’era  (anche) tutto questo nel bagno di folla e di gioia del popolo di Salicotto  che, come da tre mesi a questa parte, non si è certo risparmiato. 

Una festa in grande.   Felice di esserne stato l’artefice, il capitano Paolo Capelli. Che, a forza di frequentare Brio, è entrato a tal punto  in simbiosi con il fantino da assomigliargli. Scherzi, voglia di divertirsi, di prendere in giro. Insomma,  è rimasto positivamente ‘contagiato’. Sono andati a prenderlo tutti insieme, Capelli e  i mangini vittoriosi, il fantino  per portarlo all’inaugurazione della festa  dove non mancavano  la sua dolce metà Ilaria, più  mamma e papà.  I tre assi portanti di Brio.  

Non sembrava neppure Salicotto, tanto era cambiato. La piazza davanti alla società trasformata nell’America anni ’30, con poliziotti e gangster, pupe da sballo e  un allestimento perfetto. Così come per le altre scene, nessuna esclusa,  a cui si è lavorato giorno e notte. Per costruire sedie e  realizzare persino il galeone dei pirati di Peter Pan. «Sarebbe bello se restasse per sempre», azzarda qualcuno sapendo che non si può. Ma in fondo è bello sognare, almeno una notte. Magari insieme a Robin Hood, magari su una casa realizzata sopra un albero. Magari assaggiando un cocktail di Robertino, nella ricostruita via Veneto.  

Punti ristoro? Tanti. Praticamente ovunque. E  negozi aperti,  divenuti appendice della festa.  Impossibile non farsi coinvolgere fra belle ragazze in abiti luminescenti o in velluti sontuosi, da gran dama.  Antichi romani e  indiani, bambini vestiti da minions e da pinguini.