"Vogliamo i soldi della Tari", ma la pensionata è morta

Il figlio: "E’ la terza volta che mandano la cartella"

Tasse

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Siena, 5 agosto 2015 - «E IO PAGO!» Totò l’avrebbe bollata con questa esclamazione la storia. Così assurda da sembrare uno scherzo da ‘Amici miei’, anziché realtà. Per tre volte il figlio di una pensionata di 89 anni si è visto recapitare bollettini delle tasse da pagare. Peccato che la madre fosse morta nel marzo 2014. «Gentile contribuente», inizia l’ultima cartella inviata all’abitazione in via Battisti dove la signora viveva appunto con il figlio. Reca la data del 14 luglio. E a seguire una sfilza di leggi e regolamenti, numeri e articoli. Il tutto per giustificare, alla fine dei conti, il pagamento di 27 euro quale acconto Tari per il periodo primo gennaio-31 dicembre 2015. Per l’esattezza, 25,58 il tributo, più 1,28 euro l’addizionale provinciale e 0,14 di arrotondamento. Scadenza della rata da saldare in un’unica soluzione? Il 31 agosto prossimo.

«Così è davvero troppo. Ho scritto al Comune e anche al giornale. Sono già andato due volte negli uffici del Casato per segnalare che la mamma non c’era più», spiega Paolo Burroni, 63 anni, figlio della donna. Che scrive: «Ora, dal momento che lavoro e non posso più perdere tempo questo bollettino lo butto e naturalmente non lo pago. Vorrei però che vi adeguaste cancellando mia madre dai contribuenti». Non è chiedere troppo. Il cittadino si sente assediato dalle tasse, se poi si mandano anche a chi non c’è più...

Quando è iniziata la trafila?

«Arrivò un primo tagliando. Rimasi stupito. Dovetti andare negli uffici del Casato dove chiarirono che dovevo pagare perché per una porzione di tempo interessata dalla bolletta mia madre era ancora viva. Lo feci anche se, in realtà, ero poco convinto che avessero ragione appieno».

Poi cosa è accaduto.

«Pensavo che la storia fosse finita qui. Invece arriva un secondo avviso, non ricordo se era sempre per Tari. Comunque sia veniva dal Comune per cui, con disappunto, tornai a fare la fila al medesimo sportello. Dissero che si era trattato di un disguido e non lo pagai».

Qualche giorno fa la terza volta.

«E’ chiaro che si tratta dell’ennesimo errore ma non ho intenzione di tornare nel Casato. Tantomeno penso di dover inviare il certificato di morte di mamma, l’ha emesso il Comune stesso! Un’altra fila non la faccio, non è neppure questione di 27 euro ma di principio. Emettano pure un decreto ingiuntivo al cimitero della Misericordia dove è sepolta (sbotta, ndr)»

Cosa prova il cittadino in queste situazioni?

«Si rende conto che il braccio destro non sa cosa fa il sinistro. Quando si dice che la pubblica amministrazione non funziona... questa è la riprova. Una volta redatto un certificato di morte perché non viene passato ai vari uffici? Ma c’è di più»

Spieghi meglio.

«Nel bilancio preventivo, mi chiedo, finiranno anche soldi relativi alla Tari considerando gli incassi non dovuti perché i bollettini arrivano persino alle persone decedute?»

La.Valde.