Cultura, l'assessore Vedovelli pronto a lasciare

Aveva disertato la seduta al Santa Maria per precedenti impegni

L'assessore Vedovelli

L'assessore Vedovelli

Siena, 28 luglio 2014 - «Quando in questa città si troverà una quadra sulla cultura, finalmente ci sarà la pacificazione». Quando un ex sindaco pronunciava queste parole sembrava convinto. Meno certo è se quella pacificazione la ricercasse davvero. Sta di fatto che, a qualche anno di distanza da quelle parole, la cultura cittadina continua a rimanere uno dei nervi scoperti. Soprattutto in questi giorni in cui, seppur assente dalle lastre, l’assessore Massimo Vedovelli è a un passo dal compiere un gesto di rottura: lasciare la giunta Valentini e ritornare a fare il professore universitario a tempo pieno. Troppe tensioni, troppe pressioni che con la Cultura, quella con la C maiuscola, hanno poco a che fare per un tecnico come lui. Il sindaco Bruno Valentini lo aveva aspettato per farlo entrare in giunta. Lui aveva atteso la fine del mandato da rettore dell’Università per stranieri prima di decidersi a far parte della squadra di Palazzo Pubblico. Davanti tanti sfide. A cominciare da quella più avvincente, la candidatura di Siena a capitale europea della cultura 2019, e poi il rilancio del Santa Maria della Scala. Invece il percorso si è dimostrato irto di imprevisti, tanto che oggi quelle che erano sembrate vere e proprie incomprensioni tutte interne alla giunta — causate da qualche altro assessore propenso ad invadere il campo, sfruttando il fascino tutto femminile — oggi fanno a malapena sorridere. Per il resto, solo amarezze. Come la lettera inviata al prefetto e firmata da alcuni consiglieri comunali del Pd per chiedere un intervento sul Santa Maria, oppure le interrogazioni continue, quasi sempre provenienti dagli stessi consiglieri del Pd. Così, un mese fa, la decisione di comunicare con una lettera la propria disponibilità a fare un passo indietro. Magari fornendo al sindaco l’occasione per aprire a quel rimpasto di giunta richiesto a gran voce proprio da quelli stessi consiglieri che lo avevano messo sotto il fuoco amico. È stato immobile, al suo banco, per un intero consiglio comunale, un paio di settimane fa, ascoltando quel fuoco amico che lo voleva già traballante sulla sedia, senza che si alzasse una sola parola a sua difesa. Alla fine, il malumore crescente è culminato giovedì scorso, quando al dibattito consiliare monotematico sul Santa Maria della Scala l’assessore Vedovelli non ha partecipato. «Per impegni precedentemente presi», recita ovviamente la spiegazione che arriva dal suo entourage.  In realtà la presa di coscienza di quanto difficile sia pacificare una città che sulla cultura parla da oltre vent’anni, ma che la cultura ha smesso di farla da molto più tempo. Il sindaco, Bruno Valentini, proverà a incontrarlo non appena Vedovelli rientrerà in città. Ma certo i margini sono stretti. E per Siena, a poco più di due mesi dalla visita della commissione internazionale per la candidatura 2019, non sarà certo un bel biglietto da visita che l’assessore alla cultura lasci per i troppi malumori. Del resto la pacificazione è ancora lontana. Sempre che di passi indietro, oltre a quelli di Vedovelli, non ce ne siano anche altri.