«Farò lo sciopero della fame a oltranza»

Domenico Carluccio si oppone all’affido segreto decretato dai giudici per suo figlio

IL DRAMMA DI UN PADRE Domenico  Carluccio davanti all’Istituto degli Innocenti di Firenze protesta

IL DRAMMA DI UN PADRE Domenico Carluccio davanti all’Istituto degli Innocenti di Firenze protesta

Siena, 24 marzo 2015 - «LA MATTINA vedo i genitori che accompagnano a scuola i loro figli e io non posso. Non posso portarli a mangiare un gelato, in vacanza. Mi devono dire perché». Il calvario di Domenico Carluccio e della moglie Cira D’Acunzo è iniziato nel 2008. La coppia ha due figli di 11 e 4 anni. Abitano a Colle Val d’Elsa ma il signor Domenico protesta facendo sciopero della fame davanti all’Istituto degli Innocenti in piazza Santissima Annunziata a Firenze dove attualmente si trova il bambino.

Un gesto estremo, di un padre esasperato, che durerà fino a quando i giudici non cambieranno l’ultimo decreto emesso: affidamento segreto. Due parole che fanno venire i brividi. In pratica il bambino verrà affidato a una famiglia della quale i genitori non conoscono niente e potranno vederlo solo in un luogo ‘protetto’ una volta al mese. Decisione presa due settimane fa che pesa come un macigno sulle teste dei genitori del piccolo che da sette anni provano a riunire la famiglia. «Nel 2008 ho perso lavoro e casa – ci ha raccontato ieri Domenico che confessa di aver avuto qualche guaio con la giustizia negli anni ‘90 – e sono andato a chiedere aiuto a un assistente sociale pur di non far dormire in macchina la bambina, che allora aveva 4 anni e mezzo». In accordo con i genitori gli assistenti sociali hanno trovato una famiglia dove la piccola potesse stare, un affidamento consensuale secondo il quale i genitori, tutti i sabati e domeniche, avrebbero potuto vederla. La moglie in quel periodo era stata accolta in un convento di suore a Siena e, nel frattempo, Domenico si dà da fare, lavorando e mettendo i soldi da parte. La ditta di ponteggi per cui lavora però fallisce. Dopo due anni sono di nuovo punto e a capo e in questa situazione, già molto complicata, vengono nuovamente sfrattati. Nasce l’altro figlio. La signora Cira viene ospitata in una casa famiglia a Siena con il piccolo. Domenico non si scoraggia e ritrova lavoro in un’azienda agricola ma il destino si accanisce e viene colpito da un infarto, operato e nel 2013 espulso dalla casa di accoglienza di Pieve al Bozzone, dove risiedeva come ospite, per la chiusura definitiva del centro. A questo punto gli affidano una casa di 41 metri quadri a Colle Val D’Elsa: «Ho ottenuto una pensione di invalidità per via dell’operazione al cuore e sempre nel 2013 ci hanno tolto il bambino per portarlo nell’Istituto degli Innocenti. Io e mia moglie viviamo insieme, lei ha un lavoro con contratto annuale e io mi barcameno tra mille lavoretti, faccio il volontario alla Misericordia di Colle e facciamo di tutto per i nostri figli ma la notizia di due settimane fa ci ha ucciso. Non dormiamo più, non mangiamo più e non sappiamo come spiegare a nostra figlia perché non possiamo stare tutti insieme». Il perché non lo sanno neanche loro: «Il giudice non risponde alle istanze dei nostri avvocati, mercoledì con l’ex parroco di Colle don Claudio, scriveremo anche a Papa Francesco. Siamo disposti a tutto, anche ad accettare l’affidamento consensuale per nostro figlio ma non quello segreto. E se me lo portano via da qui andrò sotto il tribunale dei minori a continuare la mia protesta».