Martedì 23 Aprile 2024

Santone di Montecchio, via al processo: violenza sessuale e riduzione in schiavitù

Drammatiche testimonianze delle donne. Sotto accusa anche l’altro guru

mario Cioni

mario Cioni

Siena, 16 gennaio 2014 - DICEVA CHE serviva a scacciare il diavolo. Poi, almeno così raccontano le adepte della sua setta, si calava i pantaloni e il resto, con tutto il seguito che si può facilmente immaginare. Bene, per il santone di Montecchio, al secolo Mauro Cioni, 69 anni, ex sacerdote originario del fiorentino, a lungo attivo nella zona di Empoli, è arrivato il giorno del redde rationem, quello in cui comincia la corte d’assise che lo vede accusato non solo di violenza sessuale ma addirittura di riduzione in schiavitù. Con lui, sul banco degli accusati, quello che a lungo era stato il più fedele e carismatico dei suoi seguaci, salvo poi guidare la scissione che fu l’inizio della fine: il senese Carlo Carli, il giovane che predicava una singolare teoria teologica. Che cioè Gesù Cristo fosse molto ricco e che chi raccomandava la povertà, come San Francesco e Padre Pio, stesse nel più profondo dell’inferno.

L’inchiesta è della squadra mobile di Firenze che ha poi messo in moto la direzione distrettuale antimafia competente per la riduzione in schiavitù. Lì a occuparsi del caso è stata il Pm Angela Pietroiusti, che stamani sarà in aula a sostenere l’accusa. Si troverà dinanzi una corte composta oltre che dai sei giudici popolari dal presidente Silverio Tafuro e (a latere, come magistrato estensore) da Marco Cecchi). Sarà, come si dice in gergo, un’udienza di smistamento, in cui cioè ci si limita a fissare un’altra data per l’inizio dell’istruttoria, ma in questi casi mai dire mai. E gli avvocati sono sempre in agguato, come dimostra la prescrizione ottenuta qualche giorno fa dai Gelli in un’udienza analoga.

Certo, stavolta ci sono i racconti dei protagonisti che in alcuni casi sono davvero drammatici. La setta, insediatasi a Montecchio da una ventina di anni fa, è sempre stata al centro delle chiacchiere. A fine 2000, anzi, era sembrato che l’equilibrio si spezzasse con il suicidio del giovane Iacopo Spezi, che si sparò un colpo di fucile. Ma Cioni riuscì a recuperare il controllo delle dinamiche di gruppo e tutto tornò nei binari di un’apparente normalità fino alla sconvolgente seduta di autocoscienza del 25 settembre 2009. Lì almeno cinque o sei donne della setta seppero che ognuna di loro non era stata l’unica a subire le attenzioni sessuali del santone, giustificate come esorcismi contro il demonio. Si aggiungano lo stato di soggezione psicologica in cui gli adepti hanno poi raccontato di essere stati ridotti, le sedute in cui i medium cadevano in trance, i soldi che i seguaci versavano sul conto di Cioni per le necessità sue e della setta e si avrà un quadro relativamente completo.

COMUNQUE SIA, dopo il 25 settembre, Carli, l’ex moglie e la nuova compagna se ne vanno per fondare una nuova comunità a Siena ed è in questo stato di caos che le prime donne si rivolgono alla polizia per raccontare quanto succede. Da lì in poi uscirà di tutto: non solo veleni ma anche verità capaci di scoperchiare il verminaio della setta. Ora il processo. Se i testimoni ripeteranno almeno una parte di quanto hanno detto nei verbali di polizia, sarà un’assise destinata a fare scalpore.

Salvatore Mannino