Salasso: "Nel 2015 torno a Siena e mi alleno: se poi non mi vogliono peggio per loro"

Il fantino è a caccia di 'capitani all'antica' e di un posto al palio di Asti

Salasso con Oppio

Salasso con Oppio

Siena, 24 agosto 2014 — «Non sono capace di fare strategie nel Palio, altrimenti mi intrigo da solo. Devo trovare un capitano che abbia fiducia nei miei mezzi. Le trame, poi, le fa lui per vincere. Insomma, mi serve un capitano all’antica», racconta Alberto Ricceri, in arte Salasso.  Sei tornato in Francia subito dopo l’Assunta, la tua Loretta e il figlio Andrea invece sono rientrati ieri.  «Sono rimasti qualche giorno in Italia, dai parenti. A luglio, quando ho vinto, non erano potuti venire a Siena, questa volta c’erano e il successo non è arrivato. Peccato».  Cosa ti ha detto Andrea? «Si è messo a piangere. Era dispiaciuto! Provava il mio stesso sentimento».  Cos’è mancato questa volta? «Tra il sesto e il settimo tempo di galoppo la cavalla va giù parecchio e poi riparte. In quel momento ero testa a testa con la Chiocciola: se giro terzo invece di nono è un altro palio, visto che dopo ho sfruttato i varchi interni. E poi bisogna anche riconoscere che c’erano corazzate economiche    al canape che hanno fatto sentire tutto il loro peso».  I tuoi detrattori dicono che ad agosto si è vista l’altra faccia di Alberto, quello forse meno concentrato. «Ma non è vero! Era un’altra corsa per i motivi che ho detto. Anzi, mi sto allenando perché spero alla fine di trovare spazio ad Asti... Lo so che  che c’è questa leggenda che Alberto è l’uomo dell’ultimo momento... io però spero sempre che non sia così». Comunque sia sei arrivato al terzo successo.  «Da dover smettere a vincere, mi sono tolto una bella soddisfazione. Mi dà ancora più coraggio di continuare e di credere nei miei mezzi. Anche la considerazione di cui godo in Francia, dove ultimamente sono riuscito  a correggere il  vizio di un puledro di valore,  rappresenta una bella spinta».  Quindi ti rivedremo in Piazza nel 2015? «Io faccio come quest’anno:  torno  a Siena, mi faccio vedere, vado alle corse. Sono trascorsi i primi 20 anni da quando ho calcato il tufo e intendo proseguire ancora per altri 20! Se poi non mi vogliono, peggio per loro».       Laura Valdesi