Roy Paci a Chianciano: "Suoniamo e sforziamoci di non far vincere la paura"

L'artista è il nome di punta di "Chianciano Suona Bene", l'appuntamento di un sabato 28 novembre tutto dedicato alla musica

Roy Paci

Roy Paci

Chianciano (Siena), 28 novembre 2015 - Un artista eclettico, molto amato dal pubblico. Un artista che ha attraversato più generi senza mai perdere la sua grande identità, la sua passione. Roy Paci suona nella serata di sabato 28 novembre a Chianciano Suona Bene (qui tutte le info), appuntamento musicale che coniuga le sette note e il buon cibo. Per un sabato sera tutto da vivere. Roy Paci si è soffermato a parlare della sua carriera artistica, del delicato momento che l'Europa sta attraversando e dei suoi progetti. 

Avant-garde jazz, Ska, Patchanka, World music, Folk sono davvero molti i generi in cui cercano di etichettarti. Ma il tuo sound ha qualcosa di unico. E se dipendesse dalla tue origini siciliane?

“È possibile, la Sicilia ha una lunga storia di incontri e contaminazioni ed è sempre la mia terra, fonte di continua ispirazione. Fortunatamente la vita mi ha portato a essere spesso in viaggio, e l'incontro con quelle parti del mondo - a volte molto lontane dall'Italia - ovviamente non mi ha lasciato indifferente e ha contribuito a influenzare il mio stile, delle volte consapevolmente altre meno. I miei viaggi in Africa, ad esempio, hanno lasciato un’impronta indelebile su tutto quello che scrivo e creo musicalmente, una sorta di libertà sonora difficilmente spiegabile a parole”.

Gli accadimenti di Parigi la spingono a riconsiderare il tuo ruolo di musicista e di personaggio pubblico?

“Il ruolo degli artisti non è oggettivo, non lo è mai stato, storicamente c'è sempre stata una complessità di visioni sull'argomento, sia da parte degli artisti che del pubblico. Posso dire quello che io reputo il mio ruolo, è ovvio che come artista mi sento coinvolto, oltre all'empatia che è un sentimento comprensibile e abbastanza naturale, c'è la consapevolezza di avere uno strumento di comunicazione molto efficace. Viene quasi naturale usarlo per diffondere messaggi utili, perché la musica non è mai stata solo puro intrattenimento. Ma credo questo sia soggettivo - come già detto - e che non ci sia una regola. Quello che è successo a Parigi non mi spinge a riconsiderare nulla, perché io resto coerente sotto il punto di vista dell'impegno, per me la responsabilità è sempre la strada da seguire. Se c'è una novità che i fatti di Parigi ci sottopongono, con una certa forza, è senza dubbio la scelta del posto e delle persone che sono state colpite in quest'ultimo attentato. Un posto deputato alla diffusione di musica, di cultura, di intrattenimento, un pubblico giovane, multietnico e ben integrato. Ovviamente chi come me lavora in questo settore è stato scosso da un brivido abbastanza particolare, anche se la convinzione è che dobbiamo sforzarci a non far vincere la paura. Ogni singola guerra in ogni posto del mondo è una perdita armonica dell’umanità, ogni conflitto sottrae suoni alla grande partitura musicale dell’Universo”.

Nella tua carriera ha collaborato con i più grandi: Gogol Bordello, Mike Patton, Manu Chao, Jovanotti, Vinicio Capossela, Subsonica e molti altri ancora. Oltre al tuo talento qual è il segreto di questa tua versatilità? Con quali artisti ti piacerebbe collaborare in futuro?

“Le collaborazioni nascono sicuramente per il piacere di condividere la musica, quale sia il segreto non lo so, immagino che conti il mio gusto personale (abbastanza ampio). Ho avuto la fortuna di lavorare con colleghi che mi hanno dato piena libertà. Ho appena terminato le session in studio con il buon Daniele Silvestri, anche in questo caso ho lavorato in maniera libera sugli arrangiamenti dei fiati e su tutto quello che avevo voglia di aggiungere alla sua già grande preparazione. Lasciare liberi i musicista è una dote rara e Daniele in questo è un vero campione. Non ho delle preferenze nel mondo della musica, la condivisione è sempre magica, anche se certamente una bella suonata con Tom Waits me la farei volentieri!”.

Ci sveli qualcosa in più sulla tua presenza a Chianciano Suona Bene. Conosceva già la manifestazione?

“Ho sentito parlare della bella manifestazione da Moreno Ercolani, un mio carissimo e fraterno amico ‘birraiolo’ della zona. Sai, anch’io produco birra artigianale da anni! Un mesetto fa ho ricevuto la chiamata di Andrea, leader dei Veeblefetzer, che mi chiedeva se avevo voglia di fare un'ospitata dal vivo con loro. Lui è un musicista poliedrico che conosco da tanto e questo nuovo progetto l’ho stimato sin dal primo ascolto. Impossibile rinunciare a questa jam che prevedo scoppiettante e molto divertente”.

A livello discografico invece quali sono le novità che ha in serbo?

“È in arrivo un nuovo disco, del quale ovviamente non posso svelarvi molto, ma del quale sono molto orgoglioso e sono sicuro che anche il pubblico ascoltandolo condividerà questo mio sentimento. Sono passati quattro anni dal mio ultimo lavoro con i miei valorosi Aretuska e tutto quello che ho raccolto in questi anni sarà ingrediente fondamentale della mia nuova produzione. Un disco che amo già tantissimo per la potenza, l’innovazione e la grande apertura musicale che ancora una volta la fa da padrona nella mia musica. Che dirvi? Valelapena provarci sempre nella vita".