Nessun accordo: Robur a rischio. Il sindaco fissa il termine del 30 luglio

Caiata fa un passo indietro. Tutto da rifare - di ANGELA GORELLINI ULTIMATUM DEI TIFOSI / LA RICHIESTA DEI TIFOSI AL SINDACO / GIOVANNI GALLI: "PER RIPARTIRE SERVE UN PROGETTO ECONOMICO CREDIBILE / IL SIENA FA CRAC / LA REAZIONE DEI TIFOSI / IL SALVATAGGIO FALLITO / IL COMMENTO / L'EDITORIALE: LE PAROLE E GLI STRUZZI

I tifosi della Robur

I tifosi della Robur

Siena, 26 luglio 2014 - «NON VOGLIAMO essere di intralcio a nessuno e ci facciamo da parte». Così Siena 2019 esce di scena. Alla fine della lunga giornata di ieri, la giornata in cui il sindaco Bruno Valentini ha stabilito i tempi della sua scelta, è stata indetta la conferenza stampa con cui la neonata società bianconera ha ceduto il passo agli altri soggetti interessati a investire sulla Robur.  Salvatore Caiata ha parlato a nome della compagine di cui è socio insieme al gruppo di ristorazione La Cascina.  Perché Siena 2019 ha preso questa decisione? «Giovedì 17 il sindaco ci ha chiesto, insieme ad altri imprenditori di costituire una società che permettesse l’iscrizione alla serie D per meriti sportivi il giorno dopo. Abbiamo accettato con questo intento, scongiurare alla Robur la terza categoria. Con grande soddisfazione ci siamo riusciti. Fin dall’inizio abbiamo spiegato che Siena 2019 era una compagine sociale ‘di servizio’, che eravamo spinti dalla passione e dalla voglia di dare una mano. Se questa volontà doveva essere fraintesa o risultare un ostacolo all’arrivo di soggetti con grosse potenzialità economiche, come ho sentito in giro, con umiltà ci mettiamo da parte e auguriamo buon lavoro a chi si prenderà cura del Siena. Ringraziamo chi con noi si è messo a disposizione, Stefano Osti che si è prodigato con la sua competenza, e Filippo Pauciullo, che ci ha aiutato nel tentativo di allestire una squadra competitiva e frenare la fuga dei giovani talenti cresciuti nel vivaio bianconero». Il sindaco come ha reagito alla vostra scelta? «Lo abbiamo informato della nostra decisione nel pomeriggio. Lui è l’unica persona che è sempre stata a conoscenza delle nostre reali intenzioni. Eravamo a sua disposizione, non avevamo nessuna ambizione personale. Sentir parlare di 10 per cento, 20 per cento o 50 per cento ci faceva sorridere. Mettendoci da parte dimostriamo che davvero non avevamo pretese di alcun tipo.  Se c’è un imprenditore dotato finanziariamente che vuole la totalità delle quote della società, che sia Antonio Ponte, che sia Giovanni Galli, può averle». ‘Mettersi da parte’ quindi cosa significa? «Che torneremo a fare quello che facevamo prima. Il nostro contributo al Siena lo abbiamo sempre dato e lo dimostra la sponsorizzazione dell’anno scorso. Lo daremo anche in futuro e speriamo anzi di essere i due primi abbonati bianconeri per il campionato che sta per iniziare».  La società Siena 2019 che fine farà? «Non morirà. Chissà che non possa essere utile in futuro per altre cose. Potrebbe dare un contributo nel sociale, nello sport o ad altre iniziative». Se da oggi a mercoledì venisse di nuovo richiesta la vostra partecipazione sareste disposti a rimettervi in gioco? «Non ci siamo mai sottratti e nel momento del bisogno continueremmo a essere a disposizione. Intanto speriamo di andare qualche giorno al mare». Parlando di futuro si rischia di dimenticare i dipendenti dell’Ac Siena che stanno vivendo un momento particolare...  «Ci tenevo a parlarne, non vanno dimenticati. Purtroppo tutto quello che è successo ha posto l’attenzione altrove. Quindici persone stanno vivendo una situazione problematica, non sono ancora stati licenziati e di conseguenza non possono neanche percepire l’indennità di disoccupazione. Tutti dobbiamo fare la nostra parte e dare il nostro contributo».