Rapina al McDonald’s: una donna tra i quattro arrestati

Lei e un complice entrarono nel fast food e rubarono 25mila euro

L'arresto è stato eseguito dai carabinieri

L'arresto è stato eseguito dai carabinieri

Siena, 28 settembre 2014 - DOPO 16 MESI da quella rapina al McDonald’s dell’outlet Valdichiana nel comune di Foiano della Chiana (Arezzo) che aveva fruttato 25mila euro ormai pensavano di averla fatta franca. Si sbagliavano di grosso. Non avevano fatto i conti con il lavoro congiunto tra i carabinieri di Montepulciano e i loro colleghi di Cortona. Da ieri, infatti, si trovano dietro le sbarre di altrettante celle una donna di 39 anni (P.U., queste le sue iniziali), residente a Sinalunga, il suo complice originario dell’Albania, I.P. 33 anni, residente a Torrita di Siena e da qualche tempo domiciliato a Rapolano, A.C., nato a Castiglion Fiorentino 22 anni fa e residente a Foiano della Chiana e M.M., 28 anni, nato a Isola della Scala (Verona) e residente anche lui a Foiano. E’ il 6 maggio dell’anno scorso e stando alle prove raccolte dai carabinieri in questi mesi di indagini i quattro arrivano all’outlet in Valdichiana. Hanno già un piano preciso: colpire il fast food. Sanno che a quell’ora (sono le 6 del mattino) e in quel giorno ci sarebbe stato solo un dipendente. Quest’ultimo è arrivato molto presto ed è impegnato nell’inventario quando davanti a lui si materializzano la donna e il suo complice straniero, mentre gli altri due aspettavano fuori perché avevano il compito di controllare che nessuno arrivi mentre è in corso la rapina. I due avevano il volto travisato da passamontagna. Non dissero una parola e una volta vicini alla loro vittima lo colpirono con una gomitata al volto e lo minacciarono con un coltello.

IL DIPENDENTE impaurito non potè far altro che accondiscere alle richieste dei malviventi e aprì la cassaforte dentro alla quale era custodito l’incasso dell’ultima settimana di lavoro: venticinquemila euro. I rapinatori prima di scappare legarono il giovane con del nastro adesivo per ritardare il più possibile la richiesta di aiuto e aumentare quindi il tempo a loro disposizione per poter scappare. In effetti al dipendente gli ci volle un po’ prima di liberarsi e telefonare al 112. Quando i carabinieri arrivarono sul posto i malviventi erano ormai già lontani. Da quel momento iniziò un lavoro certosino fatto soprattutto di accertamenti e riscontri incrociati. Le telecamere posizionate sia all’interno, che all’esterno del locale preso di mira non furono risolutive. Si vedevano i due entrare, avvicinarsi al dipendente e picchiarlo ma avendo il volto coperto le immagini non aiutarono gli uomini dell’Arma. Ecco entrare a questo punto la sinergia tra i due comandi: quello di Arezzo e quello di Montepulciano. Dopo alcuni mesi i militari avevano «collezionato» numerose prove e i riscontri successivi confermarono che l’iniziale ipotesi investigativa aveva fatto imboccare ai carabinieri la strada giusta. Il giudice di Arezzo ha valutato positivamente gli elementi tanto che alla fine ha firmato quattro misure cautelari in carcere che sono state eseguite nella giornata di ieri. I quattro sono accusati di rapina e lesioni volontarie visto che il dipendente era rimasto ferito e finì in ospedale.