Quindicenne picchiato a scuola: "Nessuno è intervenuto"

La denuncia e le preoccupazioni della mamma

Picchiato davanti ai compagni (foto d'archivio)

Picchiato davanti ai compagni (foto d'archivio)

Siena, 25 novembre 2015 - PERCOSSE SUBITE in ambito scolastico ad opera di persona conosciuta». La prosa burocratica del referto del pronto soccorso restituisce tutta la gravità di quanto denunciato da una famiglia senese: il figlio quindicenne, accusano i genitori, è stato vittima di un’aggressione a scuola, con calci all’addome e una forte pressione delle mani sul collo. «L’episodio è avvenuto venerdì mattina intorno alle 12.30, davanti ai compagni di classe e a una docente, ma nessuno è intervenuto», afferma la madre. Un’ora più tardi, al termine delle lezioni, il ragazzo le ha raccontato tutto. E lei non ha esitato un attimo, portandolo subito al pronto soccorso per valutare le conseguenze dell’aggressione. Dopo la visita esterna e un esame diagnostico, il ragazzo è stato dimesso con una prognosi di cinque giorni.

«Mi aspettavo un intervento deciso della scuola, che invece non si è mossa – racconta la madre – e così sabato mattina mi sono rivolta ai carabinieri, consegnando la documentazione medica e raccontando cosa era accaduto. Al momento non abbiamo sporto denuncia, perché non vogliamo mettere di mezzo un altro ragazzo come mio figlio, che avrebbe solo bisogno di essere controllato e redarguito quando sbaglia». L’obiettivo della protesta, allora, si sposta altrove: «Io mando mio figlio a scuola per studiare, non esiste che vada a prenderlo e debba accompagnarlo al pronto soccorso per un fatto violento accaduto davanti a tutti. La scuola deve essere un luogo di protezione, non vorrei che fatti del genere succedessero ancora a mio figlio o ad altri». Il dirigente scolastico, da noi interpellato, preferisce non replicare nel merito: «Posso solo dire che questa mattina (ieri ndr) ho parlato a tutta la classe. Mi dispiace ma non posso rilasciare altre dichiarazioni sull’accaduto». La decisione della famiglia di protestate con vigore è dovuta anche a una situazione già pesante, perché nei mesi scorsi il figlio, che attualmente frequenta la seconda superiore, era già stato vittima di episodi di bullismo e di minacce ripetute. «Non è la prima volta che si verificano episodi preoccupanti – dice la madre – ma io vorrei solo che mio figlio potesse frequentare i suoi cinque anni di scuola superiore in santa pace, com’è normale che sia. Per questo mi aspetto una risposta decisa dalle istituzioni scolastiche».