Chianciano (Siena), 2 novembre 2013 - «Martedì riferirò al Senato. Sono serena, non ho nulla di cui rimproverarmi». E' determinata il ministro Anna Maria Cancellieri. Sa che la polemica  sulla sua telefonata con la compagna di Ligresti infiamma la politica ma non si nasconde. Anzi, dopo aver deposto un mazzo di fiori a ricordo del personale del Dipartmento degli affari penitenziari si presenta a Chianciano al congresso del partito Radicale. Per lei una standing ovation in sala. Poi, dopo l'intervento accetta di rispondere ad alcune domande.
Ha preso in esame la sue dimissioni?
«Assolutamente no».
Ritiene inopportune l'uso di quelle telefonate?
«Il mio interevento è stato solo all' interno del Dap, non tra i magistrati. Lo ha già spiegato il Procuratore generale di Torino Giancarlo Caselli. Non solo. Le dirò di più. Secondo lei è usuale che in tre mesi ho fatto cento interventi a favore di detenuti. Senza alcuna distinzione. Tutti i cittadini sono tutti uguali».
Ma qui sono in discussione i suoi rapporti personali con la famiglia Ligresti?
«Riferiro in un parlamento. Io ho fatto il mio dovere. Noi abbiamo 65 mila detenuti e non riusciamo a dare risposte a tutti. Stiamo lavorando per far diventare questo Paese, il Paese di Cesare Beccaria. Ecco quello che stiamo facendo. Ora vado a Bruxelles a parlare dello stato delle carceri italiane a testa alta. Se sono un peso e non sarò più utile al Paese me lo devono dire».