Siena, 7 giugno 2013 - IDEE CHIARE, oratoria fluente: Eugenio Neri non ha esitazioni, sembra ancora appassionato e – se ci sono – nasconde bene i segni della stanchezza, comprensibile quando si arriva a un passo dalla fine della campagna elettorale. E’ determinato e, come disse anche la sera del risultato del primo turno, evidentemente ‘ci crede fino in fondo’.

Asili nido e servizi all’infanzia: come si garantiscono?
«In questo campo è mancata la programmazione. Gli asili servono e ce ne sono alcuni nuovi, ancora da inaugurare, così come esistono valide professionalità sia in ambito pubblico sia tra i provider privati. Ma dobbiamo lavorare in termini di pianificazione e coordinamento per integrare il sistema formativo del Comune con i servizi privati. Certamente gli asili sono un tassello importante per il processo formativo della psiche del bambino, quindi la formazione dei giovani deve essere una priorità. Dobbiamo trovare i fondi per i servizi essenziali, valorizzando le professionalità».

Un altro settore falcidiato dai tagli è il sociale: anche qui c’è bisogno di risposte concrete.
«Intanto dobbiamo dire che l’Asap è in pareggio, dimostra di essere un’azienda che funziona. Certamente se Siena vuole ambire a essere una capitale della cultura, deve vedere la spesa sociale come un investimento e non solo come un costo; deve essere una città pia che va incontro agli ultimi. Oggi è difficile programmare poiché le nostre proiezioni sono fatte sul bilancio 2012 e c’è grande incertezza sui numeri, soprattutto a livello statale. Di certo dobbiamo razionalizzare la macchina comunale, ad esempio verificando che chi usufruisce degli alloggi sociali abbia reale diritto. La garanzia che dobbiamo dare ai cittadini è di essere inflessibili contro i furbi».

La pressione fiscale è stata uno dei temi al centro della campagna elettorale, con Siena ‘in vetta’ alle classifiche: come si alleggerisce, continuando allo stesso tempo a reperire le risorse per garantire i servizi di cui abbiamo parlato?
«Rivedendo alcune voci di spesa, soprattutto sulle società partecipate che vanno dismesse, razionalizzate o re-internalizzate. E soprattutto vanno tagliati gli emolumenti, sfoltite le poltrone. Poi è ovvio che dovremo capire quale sarà il margine lasciato dalle leggi dello Stato, ma i soldi si fanno riportando la ricchezza a Siena; non con la cementificazione valentiniana, ma ripartendo da piccoli interventi, rendendo appetibile il mercato immobiliare, rivedendo la qualità dei servizi e delle reti per razionalizzare le spese».

Il centro storico dovrebbe essere il primo biglietto da visita, soprattutto per il turista: come interveniamo in termini di raccolta rifiuti, carico e scarico e traffico limitato?
«Gli orari della raccolta e della distribuzione delle merci vanno regolati in modo stretto, spingendo su trasporto urbano light e su veicoli ecosostenibili ed ecocompatibili. Non c’è niente da inventare, ma bisogna essere trasparenti e avere coraggio per riportare Siena a essere una città detossificante, una bandiera del benessere, della salute, della vita ‘slow’».

Questo ci lega all’altro aspetto della viabilità cittadina: trasporti pubblici, mobilità privata, parcheggi. Come si migliorano?
«I cittadini devono pensare che l’uso delle auto private sia secondario ai mezzi pubblici che, ovviamente, devono essere migliorati e razionalizzati, così come i parcheggi scambiatori serviti da navette funzionali. E’ chiaro che è difficile. La gente che ci ha preceduto ha strozzato la Fondazione Mps, distruggendo la base economica della città che oggi si ritrova povera perché quello che poteva essere fatto non è stato fatto. E’ necessario tornare a una cultura dell’austerità cui non siamo abituati; Siena si deve svegliare da questo incubo, ma si deve svegliare arrabbiata.

di GIULIA MAESTRINI