Pokemon Go al Palio, fotomontaggio su Facebook scatena la polemica

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Un giovane gioca a Pokemon Go in piazza del Campo (foto Lazzeroni)

Un giovane gioca a Pokemon Go in piazza del Campo (foto Lazzeroni)

Siena, 27 luglio 2016 - PASSI per uno Charizard che volteggia a due passi dalla torre del Mangia con la sua coda infuocata. Oppure per uno Snorlax sdraiato sul tufo tra la Fonte e la curva di San Martino. Ma un cavallo stilizzato, un Rapidash, che insegue il Bruco durante un Palio – dove si vedono anche Onda, Valdimontone, Drago, Civetta e Tartuca –, allora è troppo. Si chiama Pokemon Go, ed è il nuovo gioco per gli smartphone che è sbarcato anche a Siena.

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E sulla pagina Facebook, che in meno di dieci giorni ha già una «valanga» di «Mi Piace», per catturare questi strani animaletti dai nomi fantascientifici, c’è entrato di mezzo – purtroppo - anche il Palio. In soldoni: una delle foto classiche della giostra nel Campo, ovvero i cavalli a San Martino lanciati alla conquista del cencio, è stata trasformata da Ryu – questo il nomignolo scelto dall’amministratore della pagina Facebook - in quello che tutti i giocatori di Pokemon Go vorrebbero vedere: ovvero con alcuni dei più introvabili «animaletti» nascosti proprio in piazza durante la festa. Giocare a Pokemon Go non è molto difficile: basta camminare con l’app aperta sullo smartphone, aspettare che compaia un Pokemon e lanciargli una Pokeball, con l’obiettivo di farli diventare più forti così che possano sfidare altri Pokemon di altri giocatori. Una mania che ha contagiato il mondo intero trasformando una semplice applicazione in un fenomeno di massa pericoloso e preoccupante.

In piazza del Campo da qualche giorno è diventata consuetudine vedere uomini e donne, di tutte le età, muoversi come automi con il cellulare ad altezza occhi per cercare quei graziosi animaletti da imprigionare chissà dove. Dimenticandosi magari di alzare lo sguardo sul Palazzo Pubblico o passeggiare sulla “conchiglia” più bella e famosa del mondo. E se molti stanno prendendo le distanze (gli imam turchi e il centro Al Zahar del Cairo hanno messo all’indice il gioco della Nintendo accusandolo di blasfemia e lanciando una fatwa radicale) deve farlo anche Siena e le sue tradizioni. Magari togliendo quelle foto «ritoccate» con il palio sullo sfondo. Evitando draghetti che volteggiano in piazza, paperi (Psyduck) tra il pubblico urlante e uccellini (Pidgeot) che controllano quello che succede. Perchè il palio è una cosa seria che nasconde appartenenza, passione e coraggio. Pikachu, e i suoi amichetti che vogliono catturarli, un po’ meno.