«Io, azzannato da sette pitbull. Il mio cagnolino fatto a pezzi»

Il drammatico racconto di Guido Badalamenti

Lillo, il barboncino sbranato da un branco di sette pitbull

Lillo, il barboncino sbranato da un branco di sette pitbull

Sovicille, 22 febbraio 2015 - «NON ASPETTIAMO che quel branco di pit bull sbrani qualcuno, dopo aver ucciso il mio barboncino e avermi azzannato. Negli spazi condominiali giocano anche i bambini...»

Guido Badalamenti, dirigente del sistema bibliotecario dell’Università di Siena, cammina zoppicando. Porta ancora nel corpo i segni di rabbiosi morsi canini e nella mente l’incubo di quella feroce aggressione che a oltre un mese di distanza gli turba ancora il sonno. Racconta del suo amato Lillo, che durante una passeggiata a due passi da casa, a Carpineto, il 19 gennaio scorso è stato letteralmente fatto a pezzi davanti ai suoi occhi da un gruppo di sette pit bull scatenati usciti dalla recinzione di una villa accanto alla sua, attraverso un buco nella rete. «Ho messo tutte le mie forze per strappare dalle fauci di quelle belve il mio cagnolino ma non ce l’ho fatta - racconta affranto Badalamenti -. E mentre lottavo sono stato morso alle gambe e alle braccia, tanto che sono dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso».

I ricordi di quel giorno lo tormentano: «Mi sono messo a urlare a squarciagola con attorno quel branco di cani inferociti. I vicini, che conoscevano il problema, sono accorsi con bastoni per aiutarmi. Ma purtroppo era troppo tardi. Stremato per l’impari lotta, pieno di morsi, non sono riuscito a proteggere il mio Lillo. E’ stato un orrore: un cane gli strappava una gamba, un altro i testicoli...»

Lo sfortunato proprietario del barboncino ha deciso di raccontare la sua drammatica storia come ultimo tentativo per indurre le autorità a porre rimedio a una situazione di pericolo che dura da tanto tempo.

«Da anni avevo segnalato la presenza di questi cani pericolosi all’amministratore dei beni della coppia che li possiede - spiega Badalamenti -. Avevo parlato con gli stessi proprietari degli animali e con loro familiari ma invano».

Badalamenti racconta che i cani protagonisti dell’aggressione «spesso scappano dal recinto del giardino, dove vivono liberi, e li troviamo nei giardinetti e negli spazi condominiali, dove usavano giocare i bambini, i nonni e i genitori a passeggiare con i pargoli». Ora quel pezzetto di paradiso, sì perché Carpineto è un quartiere incantevole di ville, immerso nella campagna boscosa a pochi chilometri da Siena, è diventato un inferno. «Siamo tutti costretti a restare chiusi in casa. Nessuno esce più per paura di incontrare quei pit bull. Si può vivere così?».

La drammatica vicenda ha avuto ovvviamente uno strascico legale che ha esacerbato i rapporti di vicinato. Badalamenti ha denunciato i proprietari dei cani per l’aggressione. Poi li ha denunciati una seconda volta per stalking: «Dopo tutto quello che ho subito, mi hanno oltretutto minacciato di persona e con telefonate a tutte le ore». La situazione è diventata esplosiva. I padroni dei cani hanno controdenunciato Badalamenti per violazione della proprietà privata («perché sono entrato nel loro giardino per prendere quel che restava del mio cagnolino») e i testimoni per offesa. Il proprietario del barboncino ha scritto al sindaco. Prima che tutto precipiti ulteriormente, un’intera collettività aspetta qualcuno che intervenga. «Sono terrorizzato - sospira Badalamenti -. Ma sto pensando comunque di prendere un altro cane. Amo gli animali...».