Processo al Palio, decine di contradaioli in questura

Per tutti l’ipotesi di reato sarebbe quella di rissa, per altri ci sarebbe anche l’aggravante di lesioni personali

Mossa dell'Assunta  (Foto Paolo Lazzeroni)

Mossa dell'Assunta (Foto Paolo Lazzeroni)

Siena, 24 maggio 2016 - Domani prime convocazioni in questura dei contradaioli iscritti nel registro degli indagati per il caldo dopo Palio di agosto. Siamo nelle fase preliminare dell’indagine e la squadra mobile, su delega della procura, sta cercando di approfondire i due differenti fronteggiamenti (Nicchio-Montone e Onda-Torre). I chiarimenti la polizia li cerca proprio da quanti sono stati identificati da video e foto. Sono decine e per tutti l’ipotesi di reato sarebbe quella di rissa, per altri ci sarebbe anche l’aggravante di lesioni personali. Alcuni hanno già avuto la notifica a comparire accompagnati da un avvocato. E’ possibile che agli attuali indagati se ne aggiungano altri, come è probabile che in questa fase ne venga ridotto il numero.

«Il Palio è una festa che ha una tradizione secolare e una forte e sperimentata capacità di autoregolamentarsi. L’ho già ripetuto più volte: fino a quando rispettiamo le regole che ci siamo dati non dobbiamo temere niente». Così il Valentini interviene sull’inchiesta sui fronteggiamenti dell’Assunta dello scorso anno.

«Dobbiamo abituarci – prosegue Valentini – a pensare che seppure la nostra Festa abbia una giurisdizione propria, questa non è esclusiva. Questa necessaria consapevolezza non deve preoccuparci, poiché le nostre tradizioni sono salde e ben radicate proprio perché hanno saputo aggiornarsi nel tempo, riuscendo, in parallelo all’evoluzione della sensibilità collettiva e del contesto legislativo, a trovare sempre mediazioni ragionevoli».

«Questa non è certo la prima inchiesta per fronteggiamenti che prende in esame ipotesi di reato perseguibili d’ufficio – aggiunge Valentini – anche se ogni volta speriamo vivamente che sia l’ultima. Si comprende che le inchieste, in talune situazioni, siano un atto d’ufficio e in quanto tale inevitabile. Tuttavia, confido e mi attiverò affinché sia tenuta nel giusto conto la capacità che Siena ha sempre dimostrato di auto regolamentare la propria Festa suscitando per questo ammirazione in Italia ed in tutto il mondo. Il mio invito è a non esacerbare i toni auspicando che la giustizia faccia rapidamente il proprio corso, inquadrando ogni episodio nella sua corretta cornice. Oltre al rischio giudiziario – chiude il sindaco – ci sono altri aspetti forse ancor più insidiosi. Nell’era dei social certe immagini se isolate e non inserite nel profondo patrimonio culturale senese, rischiano di banalizzare od esasperare i tanti volti della Festa».