Palio, il valzer dura un battito di ciglia: quattro favorite e nulla di scontato / TWITTER

Big subito a cavallo: i rapporti tessuti negli anni e nell’inverno contano. Segui la nostra diretta Twitter con hashtag #PalioNazione

Palio 2 luglio, Prima prova (Foto Lazzeroni)

Palio 2 luglio, Prima prova (Foto Lazzeroni)

Siena, 30 giugno 2016 - Il Palio dei rapporti ha pagato. E le monte si sono assestate in un battere di ciglia. Alzi la mano chi ha trovato sorprendente il fantino scelto dal proprio capitano. Nel valzer ideale dell’ultimo mese gli attuali dieci assassini erano stati accostati tutti alla Contrada dove poi sono finiti. Segno evidente che le strette di mano contano sempre. A maggior ragione in un Palio strano – non solo per la prima prova senza rincorsa a causa delle bizze di Quadrivia – dove il silenzio è diventato padrone di una Piazza colma ma non come in altre occasioni. I cavalloni mancavano, con essi quella magia e quella sana dose di sogno e speranza che accompagna il momento più bello della Festa. L’assegnazione, appunto.

Iniziata con la mancanza di reazioni degli istriciaioli quando la fortuna ha deciso che fosse Smeraldo Nulese il loro barbero. Debuttante che piace ma i contradaioli non lo conoscono. E speravano in ben altro. Anche il ritorno di Mocambo nella Tartuca, un anno dopo, viene accolto senza emozioni. C’è la rivale in Piazza, oltretutto. Ma evidentemente, come sdrammatizza il capitano Gianni Cortecci, «si è trovato bene da noi ed è voluto tornare». Non è la prima volta: ricordate Fedora nel Drago? Gelo anche per i brucaioli: Un debuttante, Reynard King, nella stalla. E Tittia che, nella loro mente, si allontana proprio quando era vicinissimo. L’Oca accoglie bene, invece, Porto Alabe. Un esperto con cui tentare di rifarsi della vittoria di Salicotto, un anno fa. Brucia ancora tanto. C’è voglia di rivalsa e il sauro può dare una chance. L’avevano previsto che non si sarebbe saltato all’assegnazione: eppure Sarbana, femmina di 5 anni, è apprezzata. Va in Giraffa, la reazione è tiepida. La prima esultanza è quella del Nicchio: Quadrivia ‘tira’. E’ ambita. I Pispini l’abbracciano e se la portano nella stalla. Nuova doccia fredda sulla Conchiglia: non era certo Renalzos il nome che l’Aquila desiderava per tornare a vincere, dopo 24 anni. La delusione si legge sul volto del capitano quando scende dal palco sapendo che è inutile affrettarsi a chiamare i big. Tanto non verranno. Ha sempre voluto nel lotto i cavalli buoni il Drago e loro allora vanno in Camporegio: Pathos de Ozieri. Ultimo tuffo al cuore in questa assegnazione adatta anche ai cardiopatici: a chi toccherà Preziosa Penelope? Sono rimaste Chiocciola e Lupa. Alla prima tocca Raktou, che ha già corso un Palio, la ’regina’ più chiacchierata della stagione finisce in Vallerozzi per la gioia di chi porta ormai da anni la cuffia di nonna, anche se non ne avverte il peso.

Le monte sono facili. Basta buttare giù la lista, a caldo, e se ne azzeccano già molte. Tittia nel Nicchio, per esempio. Avrebbe seguito il cavallo nelle Contrade dove aveva rapporti. La femmina che lo scorso agosto impressionò nell’Oca merita di provarci. Così il sardo tedesco torna nei Pispini a un anno di distanza da una Carriera allucinante. C’è tanta voglia di rivalsa, ma sa che è complicato. Cercare il sesto successo sarebbe la svolta ma con Quadrivia, stando a quanto visto ieri sera, ci vorrà davvero il cuore grande dipinto dall’artista del Drappellone. L’arrivo di Pathos nel Drago calza a pennello per Trecciolino che subito si accasa. Anche Girolamo nella Chiocciola è una scelta semplice: allena Raktou. Un vantaggio importante in una Carriera dove i valori sono abbastanza equilibrati. Soprattutto nella Lupa su Preziosa va Scompiglio per tentare di vincere. Non c’è altro obiettivo. Lo scacchiere continua ad assestarsi rapidamente, sistemati questi due big e confermato che Gingillo andrà nell’Oca. Una grande occasione per lui in una Contrada che è capace di tirare fuori il meglio dalle persone. Si ritrovano così Bellocchio e la Giraffa, che gli affida un’esordiente di lusso. L’Aquila alla fine gioca sul sicuro (e sui rapporti) con Tremendo a cui concede, dopo il brutto Palio nell’Oca, un anno fa, l’occasione di riscatto. E se il Bruco sceglie (abbastanza) rapido Brigante, con cui il rapporto esiste da tempo, qualche riflessione in più la fanno Tartuca e Istrice. Quest’ultima alla fine punta sul giovane Turbine (ma l’ipotesi di Giosuè Carboni aleggiava per fermare la rivale), Castelvecchio va sulla sicurezza Bighino.

Come dice il pittore del Drappellone, ‘ora che battaglia sia’.