Niente cacciatori alle Tolfe. La Provincia ascolta i residenti

Fino al 31 gennaio 2015 tutta l’area sarà vietata alle doppiette

Cacciatori

Cacciatori

Siena, 4 settembre 2014 - CONTRORDINE. Per un anno ancora, gli abitanti e gli ospiti delle strutture turistiche delle Tolfe possono stare tranquilli. Non avranno le doppiette a sparare sotto casa o attorno ai loro agriturismo. La rassicurazione è contenuta in una comunicazione della Provincia seguita alle vibrate proteste dei residenti e degli operatori turistici dei quartieri San Miniato, Scacciapensieri, Vico Alto e Botteganova. I venti di rivolta sono cominciati a spirare impetuosi nei giorni scorsi quando gli abitanti di quell’area hanno scoperto che la Provincia aveva tolto il divieto di caccia in cento ettari della zona consentendo di sparare in una superficie che finora dormiva sonni tranquilli perché catalogata come Zona di ripopolamento e cattura. Il provvedimento è stato adottato formalmente nel luglio del 2013 e sarebbe dovuto diventare operativo il 1° settembre di quest’anno. Ecco allora che è scattata la sollevazione di popolo (il comitato ‘anti-caccia’ di San Miniato raccoglie, oltre ai privati, circa venti associazioni).

La Provincia però spiega innanzitutto che fino al 31 gennaio 2015 nulla cambierà, quindi resterà il divieto di caccia. Questo perché per problemi tecnici, l’ente non è riuscito a montare la cartellonistica e ad approntare tutti gli strumenti per far partire praticamente la nuova norma. In secondo luogo, la Provincia si dichiara disponibile a incontrare tutti coloro che sono interessati alle modifiche del Piano faunistico venatorio nell’area delle Tolfe perché intende trovare un accordo. Questo nonostante dal punto di vista formale siano già scaduti i termini dei sessanta giorni dalla pubblicazione dell’atto relativo alle nuove norme entro i quali si potevano presentare le proprie osservazioni e quindi avanzare le proprie richieste. Questo a dimostrazione della buona volontà della Provincia di adottare un provvedimento che sia il più possibile condiviso con la cittadinanza. In merito, si invita i proprietari dei terreni interessati alla vicenda a prendere contatti con il Servizio risorse faunistiche (dirigente Serena Signorini allo 0577-241406; email [email protected]) Al termine della procedura, verrà adottato il provvedimento provinciale se avrà ottenuto il 60% dei consensi dei proprietari interessati. Dalla Provincia si apprende che l’amministrazione intende chiudere il capitolo entro il 13 ottobre, data nella quale l’ente come l’abbiamo conosciuto finora viene abolito.

Ciò non toglie che se invece si richiedessero tempi più lunghi il tentativo di accordo proseguirà anche dopo. La Provincia spiega che la decisione di ridurre l’area di ripopolamento e cattura in quella zona vicina alla città e di aprirvi la caccia è stata presa perché proprio in quell’area si è concentrata una quantità tale di cinghiali, caprioli e altra fauna selvatica che non è possibile contenere con gli abbattimenti o con la normale attività di controllo numerico dei capi. Una fauna selvatica che devasta orti e coltivazioni e che crea pericolo sulle strade.