Perde l’uso delle mani dopo intervento: Azienda ospedaliera condannata

Il giudice civile ha disposto che la donna dovrà avere un risarcimento di 180mila euro

Sala operatoria (foto d'archivio)

Sala operatoria (foto d'archivio)

Siena, 2 marzo 2015 - HA PERSO l’uso delle mani dopo essere stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico alle Scotte e oggi il giudice le ha dato ragione e ha condannato l’azienda ospedaliera e risarcire il danno.

A.L.R., al tempo dei fatti aveva 67 anni, il 31 marzo del 2010 viene operata dopo che le era stata riscontrata la malattia di Leriche e malformazione renale. Si tratta, in parole povere, di una arteriopatia ostruttiva cronica periferica, in cui è presente una ostruzione a livello della biforcazione aortica nelle due arterie iliache. La sindrome di Leriche è in genere a partenza dai vasi iliaci e, diversamente dalle altre patologie vascolari, tende a salire lungo l’albero arterioso raggiungendo talvolta e nei casi più gravi le arterie renali come era appunto accaduto alla signora. Subito dopo l’intervento la sessantasettenne aveva lamentato forti dolori agli arti superiori e da quel momento era cominciato la sua odissea. Era stata, comunque, dimessa e avrebbe dovuto ritornare in ospedale da lì ad una settimana per un controllo. La donna c’era andata ma ancora gli ematomi non erano scomparsi e così le era stato consigliato un altro intervento chirurgico. A fronte di questo aveva deciso di andare al dipartimento di neurofisiopatologia del policlinico dove era stata sottoposta ad elettromiografia dalle quale erano risultate gravi lesioni nervose con perdita di funzionalità delle mani.

La figlia della signora per assisterla aveva presa una lunga aspettativa dal lavoro e per mesi non aveva riscosso lo stipendio e anche il figlio della donna a fronte dell’invalidità del genitore aveva avuto delle ripercussioni negativi. E così madre e figli si erano rivolti all’avvocato Nicola Giuliani per intentare causa sia al medico, che all’azienda ospedaliera.

LA CAUSA civile era partita e udienza dopo udienza l’azienda ospedaliera e il sanitario chiamato in causa quale responsabile dell’errore si erano difesi opponendosi alle richieste risarcitorie dei tre. La sessantasettenne lamentava un danno materiale e morale, mentre i figli solo morale. Il giudice dopo aver ascoltato i consulenti di parte, ma soprattutto il ctu ha deciso che il medico non era responsabile dell’accaduto perché quel giorno non era in sala operatoria, mentre l’azienda ospedaliera doveva sì risarcire la signora, ma non i suoi figli. Quindi le richieste risarcitorie alla fine erano state accolte solo in parte.