Caos e danni per il maltempo, Buonconvento poteva salvarsi dalla piena

Finanziate e mai realizzate le opere per proteggere il centro dall’Ombrone

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Siena, 26 agosto 2015 - I soldi per realizzare gli interventi importanti contro le alluvioni a Buonconvento ci sono. Anzi, ci sarebbero. Perché i due milioni e trecentomila euro che potevano essere già spesi, arrivati da fondi statali tramite la Regione dopo il disastro dell’ottobre 2013, sono sempre lì, in fondo a un cassetto.

Balletti di competenze, conferenze dei servizi a rallentatore, liti giudiziarie, come al solito c’è da perdersi nel magma burocratico nel quale si fondono responsabilità e ritardi.

Di certo c’è che prima dell’estate sarebbero dovuti partire i lavori per la realizzazione della disconnessione della rete fognaria di Buonconvento dall’Ombrone, impedendo così una parte importante dei fenomeni di allagamento nei centri abitati. L’appalto da 990mila euro era stato aggiudicato il 14 maggio dalla Provincia, che il 27 maggio aveva dato l’annuncio ufficiale dell’inizio dell’intervento.

«A giugno partiranno i lavori per la messa in sicurezza dell’abitato di Buonconvento», era il titolo del relativo comunicato stampa. E invece ancora niente. I lavori non sono partiti e il paese è tornato ancora a fare i conti con l’acqua alta.

Cosa è successo, per far saltare i tempi (stretti) previsti da quell’annuncio?

«C’è stato un contenzioso sulla gara che ha rallentato le procedure, il problema si è poi risolto e i lavori dovevano iniziare a settembre», precisa il presidente della Provincia Fabrizio Nepi, che poi comprensibilmente taglia corto perché deve tornare ai sopralluoghi nelle zone della nuova alluvione.

In effetti ci sarebbe da capire anche quali tempi sono previsti per l’utilizzo dell’altra parte delle risorse già disponibili e che ammontano a 1,4 milioni di euro.

Cosa fare? Le opinioni si sono confrontate a lungo nelle assemblee pubbliche, nei consigli comunali, in ogni occasione di riflessione su quanto accaduto nel 2013, quando il crollo del ponte sullo Stile separò Bibbiano dal capoluogo per otto mesi, prima della realizzazione del bailey.

Che si tratti di alzare gli argini, irregimentare le acque con apposite gallerie, progettare casse di espansione, la soluzione spetta ai tecnici e ai politici. Qualunque sia, però, dovrebbe arrivare in tempi rapidi, considerando anche che le risorse sarebbero già disponibili e immediatamente spendibili. Perché mentre tutti i soggetti coinvolti tardano a riunirsi e prendere decisioni, la gente torna sott’acqua.