Venerdì 19 Aprile 2024

"La frana metteva a rischio le nostre case. Abbiamo insistito affinché intervenissero"

Le due famiglie di Montapertaccio: "Con qualche risorsa si potrebbe fare molto di più"

Monteaperti

Monteaperti

Siena, 26 novembre 2014 - "Quando arrivai qui a metà anni ‘60 gli amici mi prendevano in giro, dicevano che ero finito nella buca. Per me questo posto era bellissimo. Non c’erano altre case, non c’era Pancole, ma il nostro podere e poco più all’ombra del Cippo. Facevo pascolare le pecore tutti i giorni lungo la strada, poi il Comune disse che non potevo più il sabato e la domenica. Il colle è sempre stato ben custodito da chi lo viveva, come noi che avevamo degli interessi qui, invece oggi è gestito da qualcun’altro, di fuori e si vede".

Il racconto di Antonio, capostipite della famiglia di pastori sardi trasferitasi al podere Montapertaccio è significativo dell’affetto per il luogo, ma anche del rispetto a questo dedicato nel tempo. Con la modernità e le sue istituzioni invece spesso si complica la gestione di ciò che la natura ci ha regalato. "Lo scenario è bellissimo e il colle è meta, in estate e primavera, di tanti che vengono a godersi la pace oltre al paesaggio – aggiunge Santino, figlio di Antonio, che insieme alla moglie è il ‘custode’ del colle –. Siamo noi del posto a fare oggi la manutenzione: abbiamo insistito ché intervenissero sulla frana perché metteva a rischio anche la nostra casa e attività. Poi al resto, all’ordinario, pensiamo noi. Certo per il minimo indispensabile, perché con qualche risorsa in più invece qui si potrebbe fare tanto".

Oltre alla famiglia sarda, ai piedi del colle vive la famiglia Guerrini, titolare della fattoria Le pietre vive: "Siamo nel comune di Castelnuovo Berardenga, ma con più di 200 chilometri di strade da gestire, per lo più bianche, questo da solo non può farcela, così abbbiamo chiesto aiuto anche a Siena", inizia così la sua testimonianza il signor Nicola.

"L’attuale Magistrato delle contrade – continua – si è molto dato da fare, coinvolgendo e stimolando i due comuni interessati. E così è nata la convenzione attuale. Questo lembo di terra è assai complicato e costoso da curare: ci sono i fiumi e torrenti che d’inverno inondano i campi, c’è l’erosione e c’è una strada molto bella ma assai fragile, con quella breccia da stendere continuamente. Comunque negli ultimi anni si è mosso qualcosa: la ghiaia è stata stesa di recente, sono partiti i lavori e c’è un piano per rivalorizzazione. Pensare che quando siamo arrivati noi, nel 2005, qui era tutto allo stato d’abbandono. Sono i residenti a curare prato e bosco e a dare prima ospitalità ai turisti di passaggio. Certo si potrebbe fare tanto di più".

Insomma, le potenzialità sono note a tutti e la speranza è la stessa: fare in modo che questo non sia solo un luogo della memoria ma anche un luogo da vivere, di cui godere. Stefano Tizzoni è giovane, vive anche lui a ridosso di Montapertaccio, dove viene comunque a correre appena può: «E’ un’area verde molto bella e la strada è tranquilla. Misteriose frequentazioni notturne? Allora c’è anche chi dice di sentire ancora le voci dei guerrieri in battaglia! Io francamente abito qui vicino e non ho mai notato nulla di strano. Noi giovani abbiamo sempre frequentato questo posto, in bella stagione; l’unico neo è che attualmente è chiuso il passaggio di collegamento un tempo fatto per raggiungere Siena».

p.t.