Venerdì 19 Aprile 2024

L'autocritica che manca

Il commento

Sandro Rogari

Sandro Rogari

Firenze, 24 novembre 2015 - IZZEDIN Elzir è l’imam di Firenze e il presidente dell’Unione comunità islamiche d’Italia. È persona equilibrata. Come tale ha pensato che fosse tempo di stilare un manifesto in nove punti che ha inviato a tutti gli imam d’Italia perché fosse letto nelle moschee. Non sappiamo in che misura sia stato fatto. E non abbiamo nulla da eccepire sul testo, se non rilevare che si tratta di un documento minimalista e d’ispirazione difensiva. Non contiene alcuna condanna specifica e diretta; vola nelle nuvole delle petizioni di principio. Elenca nove sani principi di convivenza e di reciproco rispetto, salvo, in premessa, richiamarsi, in chiave strettamente religiosa, ai diritti dell’uomo. Al punto quattro si trova il richiamo al rispetto delle «consuetudini della gente». Al cinque ci si appella al «principio dell’equilibrio e della moderazione, della convivenza pacifica e del dialogo delle civiltà». Il sei chiede il «rispetto delle leggi» e la protezione della «società dai pericoli e dalle minacce». Quindi al sette si fa appello alla promozione del «rispetto reciproco». Finalmente all’ottavo e al nono si dice che gli «atti di terrorismo vanno perseguiti per legge» – e vorrei vedere! – e che la vita è sacra.

IN FIN dei conti, l’ispirazione dello scritto appare soprattutto difensiva, più a tutela delle comunità musulmane. Sembra quasi che siano i cristiani, sempre per parlare di comunità religiose, a minacciare in qualche modo il mondo islamico. Certo non metto in discussione il richiamo alla reciprocità nel dialogo interreligioso. Ma mi chiedo che fondamento abbia se assunto come tutela dei diritti potenzialmente lesi degli islamici e, soprattutto, mi chiedo che senso abbia ora questo richiamo. Detto ciò, può essere un esercizio utile decontestualizzare il testo, ossia leggerlo come se niente fosse accaduto. Se ne trae la constatazione che l’Islam tutela la vita, rifiuta il terrore e orienta alla civile convivenza su base di reciprocità. Cristianamente diciamo che il peccato si annida nell’animo dell’essere umano e non nella legge divina. Verissimo, ma c’era bisogno di scriverlo? Poi torniamo con i piedi per terra della carneficina e del terrore e ci chiediamo: ma Elzir di che parla? E restiamo profondamente delusi. Tutto qui?

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