Ideata a Siena la nuova tecnica per ricostruire l'aorta

Permette di intervenire anche in emergenza ed è realizzabile con materiali diffusi in ogni reparto cardiochirugico. Le parole del cardiochirurgo Eugenio Neri

Una foto generica di operazione chirurgica (Newpress)

MELZO - OSPEDALE - FOTO CANALI/NEWPRESS - PER REDAZIONE MARTESANA/METROPOLI - CERRI/PINCIONI/STIMOLO/VIDO

Siena, 25 aprile 2016 - E' nata alle Scotte di Siena una nuova tecnica di riparazione dell'aorta, utilizzata su una paziente. A due mesi dall'intervento i controlli hanno confermato la "completa riuscita" della procedura.

Ne dà notizia l'Aou senese, spiegando che si tratta di una procedura chirurgica che ricostruisce dall'interno "l'arco aortico con una protesi fenestrata, cioè con dei passaggi in corrispondenza dei vasi a destinazione encefalica. Si tratta di una nuova generazione di interventi sull'arco aortico - spiega il cardiochirurgo Eugenio Neri, ideatore della procedura -. La paziente è una donna di 63 anni, giunta a Siena in urgenza per un voluminoso aneurisma dell'aorta ascendente, dell'arco e dell'aorta discendente, trattata in ipotermia ed arresto di circolo, una sorta di 'ibernazione artificialè. Le circostanze intraoperatorie e il quadro anatomico ci hanno imposto, al momento della procedura, una scelta tecnica che si è rivelata la base del nuovo approccio, che permette la cura del tratto aneurismatico e la più facile realizzazione del cosiddetto 'elephant trunk', ovvero la base di partenza per i successivi e necessari trattamenti sugli altri distretti aortici".

La tecnica, si spiega ancora, semplifica enormemente la riparazione permettendo, anche in emergenza, l'approccio all'arco aortico per aneurismi e dissezioni, senza tuttavia aumentare la complessità dell'intervento. Consente "di ridurre in maniera sostanziale e positiva i tempi dell'arresto di circolo, ossia il tempo in cui il corpo non viene perfuso dal sangue - aggiunge il cardiochirurgo Luigi Muzzi -. Non possiamo parlare di mini invasività ma di 'faster surgery', concetto completamente diverso che stiamo sviluppando e che va nella direzione della migliore tollerabilità per il paziente".

La procedura, si spiega ancora, apre "prospettive importanti per futuri sviluppi tecnologici". "È una tecnica a basso costo - conclude Neri - realizzabile con materiali diffusi in ogni reparto cardiochirugico. È un inizio promettente che richiede rigore e metodo".