Fondazione Mps, Bettina Campedelli vice presidente

Il prossimo cda della Banca fissato per l'11 settembre

Clarich con Bettina Campedelli

Clarich con Bettina Campedelli

Siena, 28 agosto 2014 - A SIENA può accadere di tutto. Anche riscrivere consuetudini cristallizzate. Ecco, quindi, che «chi entra Papa» non è detto che, necessariamente, «esca cardinale». Ed è quello che è capitato a Bettina Campedelli, ordinario di economia all’Università di Verona, indicata a metà luglio come candidata a succedere ad Antonella Mansi alla guida della Fondazione Mps. Con il passare delle settimane le cose sono andate diversamente e, alla vigilia del Palio dell’Assunta, le varie anime cittadine hanno raggiunto l’intesa sul nome di Marcello Clarich. Ma, ieri, nella prima seduta della rinnovata Deputazione amministratrice ecco che la professoressa — che già faceva parte della Deputazione generale (l’organo di indirizzo) — è stata nominata vice presidente. Per Clarich un segnale importante. «Non siamo tra guelfi o ghibellini, tra bianchi o neri — tiene a precisare il numero uno di Palazzo Sansedoni —. E’ la testimonianza della volontà, condivisa, dell’Ente di partire. Ringrazio ancora la collega Campedelli per la disponibilità data».

Così, archiviato il primo compito statutario senza la necessità di ricorrere alle alchimie del passato, Clarich e la Deputazione amministratrice (oltre alla Campedelli, ne fanno parte Giovanna Barni, Alessandro Fabbrini e Marco Frigerio) si sono concentrati sulla vera priorità da affrontare. Ovvero, rispettare il patto di best-effort con i soci (i sudamericani di Fintech e Btg Pactual) sul ‘rimpasto nel board di Rocca Salimbeni. Da qui la decisione di inviare una lettera ai quattro consiglieri («senza deleghe pesanti») affinché valutino la possibilità di compiere un passo indietro. Con l’impegno assicura Clarich «di un riconoscimento pubblico della Fondazione e, per quanto possibile, delle istituzioni locali, per la disponibilità dimostrata provvedendo a lasciare l’incarico». Un riconoscimento che potrebbe diventare anche economico: «ma, beninteso, non si tratta né di una buonauscita, né di un risarcimento danni — precisa il presidente della Fondazione — quanto il riconoscimento dei mancati guadagni (otto dodicesimi del gettone annuale, da 60 mila euro, riconosciuto ai membri del board della Rocca, ndr) rispetto a legittime aspettative di concludere il mandato nella primavera 2015». E se nessuno si rendesse disponibile? «Da un punto civilistico, non c’è nessun obbligo di raggiungimento del risultato — spiega Clarich — ma come precisato nella lettera abbiamo rappresentato l’estremo disappunto espresso dai pattisti per non essere ancora presenti nel cda della banca».

Prima dell’11 settembre, data di convocazione del board, c’è ancora tempo per riflettere. Poi, una volta definita questa priorità, la Deputazione si metterà al lavoro per consolidare e sviluppare il patto del 9% stretto con Btg Pactual e Fintech («è necessario per poter avere un’influenza sulle decisioni della conferitaria») e sul tema delle erogazioni («che riprenderanno, ma nel rispetto del vincolo invalicabile che non può essere erogato patrimonio»). Quanto ad un allargamento del patto ai francesi di Axa? «La mia è stata una considerazione più di metodo, di buonsenso e ragionevolezza, non ci sono trattative», conclude Clarich. Che ora, assicura, farà più ricorso al «no comment» rispetto a certi temi sensibili, rassicurando così la Consob che, dopo alcune oscillazioni sul titolo Mps, aveva chiesto chiarimenti.