Il sogno di Marco Junio si è avverato: "Ho suonato il pianoforte con Bosso"

Lo studente della "Tozzi" di Chianciano, 12 anni, ha incontrato il Maestro a Torino

 Ezio Bosso con Marco Junio De Vincentis

Ezio Bosso con Marco Junio De Vincentis

Chianciano, 27 febbraio 2016 - "L’ho visto al Festival di Sanremo, Ezio Bosso. E’ stato bravissimo, mi ha colpito. Ho pensato che sarebbe stato bello incontrarlo. Tutto qui". E’ iniziato davanti al televisore il sogno di Marco Junio De Vincentis, 13 anni a marzo, studente della media "Tozzi" di Chianciano.

Si è avverato giovedì scorso nello studio torinese del maestro che, due volte all’anno, apre le porte a chiunque desideri fare musica insieme a lui. «Mia moglie è venuta a sapere tramite amici di questi incontri di ‘Zusammenmusizieren’. Ha scritto allo staff di Bosso parlando del nostro ragazzo. Così Marco Junio è stato ammesso a quella che non è stata solo una lezione di musica di alto livello, ma anche di vita. Certo non la dimenticherà», spiega papà Marco. Orchestrale della Banda musicale dell’Aeronautica militare, dal 2007 vive a Chianciano con la moglie Laura, soprano lirico. "Una scelta di vita spostarci dalla capitale. L’ho fatto proprio per mio figlio", aggiunge.

Un’esibizione che ha lasciato il segno, quella di Ezio Bosso sul palco dell’Ariston. Semplice e così vero – questo pianista, compositore e direttore d’orchestra – al punto da sollecitare nel profondo anche la sensibilità dei bambini. «I pezzi che esegue sono straordinari – racconta Marco Junio, che tra l’altro partecipa al Campionato di giornalismo de La Nazione con la sua classe –, quando suona è come se la sua disabilità non ci fosse più. La musica lo trasforma».

Avete eseguito un brano insieme: quanta emozione?

«Beh, tanta. In quel momento però era come se intorno a me non ci fosse nessuno. Ero tranquillo, esistevano solo partitura e pianoforte».

Occasione unica per chiedere qualche consiglio a Bosso.

«Infatti gli ho domandato come fare a non avere timore ad esibirsi davanti a tante persone. Lui mi ha detto ‘vai, suona...’ Immagina che sei solo tu...’ Tutto è venuto facile».

Al maestro hai fatto un regalo speciale?

«Mi sono fatto firmare il suo cd e poi gli ho donato il calendario dell’Aeronautica dove avevo scritto ‘maestro Ezio da parte di Marco Junio De Vincentis. Non ti dimenticare di me’».

C’è in programma un nuovo incontro, infatti...

«Sì, ha detto che mi rivede volentieri. Probabilmente sarà in autunno».

«Quando Bosso ha chiesto a Marco Junio da quanto tempo suonava e lui ha risposto ‘ottobre’ c’è stato un mormorio in sala», aggiunge orgoglioso il papà. Che non ha mai spinto il figlio a suonare. E’ stato il docente di musica a scuola, Ivano Rossi, ad infondere nel bambino curiosità prima e passione poi per il pianoforte. Da qui a bussare alla porta dell’Istituto musicale «Henze» di Montepulciano – dove ora lo segue la maestra Lilith Khachtrya, che viene dalla prestigiosa scuola armena – il passo è stato breve. In fondo Marco Junio è cresciuto nei teatri visto che la famiglia ha seguito il padre in tutta Italia per i concerti. «Sì, sarebbe bello fare il pianista», confessa lo studente.

Come dice Freud, spesso ‘i sogni cedono il posto alle impressioni di un nuovo giorno come lo splendore delle stelle cede alla luce del sole’. Per Marco Junio sarà certo così.