Siena, 1 aprile 2014  - «ANTONELLA Mansi ha rischiato e ha vinto: chapeau!». Centoquaranta caratteri, un cinguettio, firmato Franco Bassanini, presidente di Cassa Depositi e Prestiti e profondo conoscitore delle trame senesi essendo stato nei primi anni Duemila senatore eletto nel collegio della città del Palio.

Ma lei, Antonella Mansi, si sente una vincitrice?
«Quella dei vincitori e dei vinti è una categoria che non rientra nel mio dna», risponde non senza celare una certa soddisfazione nella voce.
Soddisfatta, però, sì?
«Di più. Sono contenta del risultato raggiunto. Perché, al di là degli aspetti economici, abbiamo non solo risposto ad un mandato ricevuto dai nostri stakeholders, ma anche a una nostra convinzione: quella di mantenere il legame della Fondazione con la banca. E, nel farlo, abbiamo dato un futuro e delle fondamenta solide all’ente».
Alla vigilia, un risultato tutt’altro che scontato?
«A novembre ci sembrava quasi di scrivere il libro dei sogni, oggi le condizioni sono cambiate e si può pensare di continuare ad essere all’interno di Mps un elemento di stabilità e di indirizzo per il futuro. Ho sempre detto in modo chiaro che sarebbe stato importante poter trovare dei compagni di viaggio con i quali ripartire, con la Fondazione, all’interno della banca e credo che questa sia una condizione che in questo momento si può verificare».
Chi deve ringraziare?
«E’ stato faticoso, ma non mi sono mai sentita sola. Anzi. Nella Deputazione amministratrice ho avuto un dream team eccezionale. E anche la Deputazione generale ci ha sostenuto e supportato in questa lunga corsa. E oggi, finalmente, possiamo dire di avercela fatta».
Come si presenterà alla prossima assemblea dei soci?
«In tailleur» (ride).
Certo. Quella di fine mese sarà anche la prima assemblea dopo lo strappo del dicembre scorso. Con quale atteggiamento arriverà?
«Con quello di un azionista responsabile e consapevole, come ho sempre cercato di essere. Questa operazione dà una buona mano all’aumento di capitale e credo che risponda anche ai desiderata delle istituzioni e della stessa banca di poter contare su un azionariato stabile».
Quale sarà la quota della Fondazione post aumento?
«Oggi ci siamo impegnati sul 2,5%. Per quanto riguarda il restante 3%, non vincolato nel patto, valuteremo nelle prossime settimane cosa fare. Comunque sarà sempre a sostegno del piano strategico dell’ente».