Siena, 25 gennaio 2013 - Stanno ancora rispondendo alle domande degli azionisti, i vertici e il management del gruppo Montepaschi, a conclusione dell'assemblea straordinaria che si è svolta oggi.

Intanto, gli azionisti hanno dato il via libera agli aiuti di Stato attraverso i cosiddetti Monti-bond da 3,9 mld con il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti in sala.

Nell'ultima fase dell'assemblea l'ad del gruppo Fabrizio Viola si è alternato negli interventi con Alessandro Profumo e il presidente della Fondazione Gabriello Mancini.

FABRIZIO VIOLA ha esordito riconoscendo: "Sono stati tre giorni molto complicati e difficili''. Difficili ''soprattutto per i colleghi che lavorano nelle filiali'', anche loro ''preoccupati'' da ''un'assoluta amplificazione di quanto successo''. L'ad di Mps ha ribadito ''che anche ieri sera il Cda ha stigmatizzato'' quanto avvenuto. ''Le operazioni sono state individuate dalla banca - ha detto Viola riferendosi alla vicenda dei derivati - e non saltate fuori per caso''. Poi ha assicurato che la ''situazione è sotto controllo''.

L'ad ha proseguito spiegando che il licenziamento del direttore generale è stato "il presupposto per aprire i cassetti" e una volta rinvenuti i documenti chiedere un adeguamento di 500 milioni di euro dei Monti bond.

Fabrizio Viola rispondendo alle domande degli azionisti in assemblea ha aggiunto: "Non sono operazioni di cui si riesce ad avere immediata contezza facciamo il massimo per accelerare perché l'incertezza non è una buona compagna di viaggio". ''Le analisi sono ancora in corso. Un dato di fatto è che sono non si tratta tecnicamente di derivati, è bene sottolinearlo''. Si tratta di contratti ''pronti contro termine di lunghissimo termine e quindi il livello di rischio è molto più contenuto dei derivati. Hanno dei problemi ma per lo meno non si portano dietro quei rischi di variazione dei valori come un derivato puro. E' un problema che non abbiamo''.

Inoltre l'ad di Mps ha tranquillizzato gli azionisti su una delle operazioni oggetto di analisi: ''Al di là del nome, non proprio tranquillizzante, l'operazione 'Patagonia' non è oggetto di indagine perché non presenta problematiche per la banca. E' diversa dagli altri prodotti oggetto di attenzione''.

Ed "entro la prima decade di febbraio" il Cda di Mps dovrà fare la valutazione di impatto sulle operazioni strutturate Alexandria, Santorini e Nota Italia per capire "come valutarle dal punto di vista contabile".

Rispondendo in assemblea Viola ha anche detto: "Ieri abbiamo approvato un documento nel Cda per il piano dismissioni delle partecipazioni non strumentali al business della banca''. ''Per cedere però bisogna essere in due - ha proseguito -. Oggi l'impegno della banca è andare in quella direzione. Se e quando riusciremo a cedere delle partecipazioni che ci liberino del capitale questo darà il contributo anche al rimborso dello strumento governativo''.

Infine, Viola ha commentato il buon andamento del titolo Mps di oggi: ''Il rimbalzo in Borsa credo che sia una cosa naturale dopo aver fatto un meno 20% in tre giorni''. ''Vedere un titolo che ritorna a una volatilità normale significa che il mercato si sta rendendo conto che il problema c'è ma è gestibile'', ha detto l'ad.

Ai giornalisti poi in conferenza stampa l'ad della banca ha confermato che, ''A nostra conoscenza'', non ci sono altre cassaforti da aprire al Montepaschi.

Oltre a Viola, anche il presidente del Montepaschi ALESSANDRO PROFUMO ha fatto delle precisazioni alla stampa. Il Monte dei Paschi di Siena intende rimborsare "larga parte" dei Monti bond nell'arco del piano industriale che va fino al 2015. La parte rimanente sarà rimborsata in tempi brevissimi, ha rassicurato Profumo. "Se non dovessero venire rimborsati - ha spiegato - sarebbero trasformati in capitale e a quel punto il Tesoro diventerebbe nostro azionista di stragrande maggioranza. Ma la nostra volonta è di rimborsarli presto".

Correntisti e risparmiatori del Monte Paschi, dunque, "secondo noi possono stare assolutamente tranquilli", ha affermato il presidente della banca, che ha aggiunto: "Ho visto che oggi anche l'autorità di vigilanza si è espressa in proposito".

Inoltre, in precedenza durante l'assemblea dei soci Profumo aveva dichiarato che non si profila l'ingresso di nuovi azionisti nel capitale di Mps. Il presidente di Mps ha detto: "A oggi non abbiamo nessuna indicazione sull'ingresso di nuovi soci. Non c'è nessun nuovo socio che prevediamo possa entrare". E ha aggiunto: "Nel momento in cui andremo a esercitare la delega per l'aumento di capitale, insieme agli altri soci rilevanti dovremo identificare chi sottoscriverà l'aumento di capitale".

Rispondendo sempre alle domande di alcuni azionisti Profumo ha dichiarato che una battaglia legale contro la precedente gestione sarà fatta al momento giusto, ovvero dopo che la magistratura avrà chiuso le proprie indagini, sottolineando che non ''tentenna'' e che non ''c'è nessuna timidezza''. Profumo ha ribadito: ''Abbiamo già detto che faremo tutto cio che ci è richiesto di fare. Valuteremo in modo approfondito le azioni che dovremo eventualmente realizzare''. Ma prima, ha detto il banchiere, ''dobbiamo avere contezza di ciò che risulta dalle indagini della magistratura per capire quali sono gli strumenti più adeguati per tutelare il patrimonio della banca''.  

Rispetto a quanto detto nel suo intervento da Beppe Grillo sul suo coinvolgimento nella cosiddetta vicenda 'Brontos', Profumo si è limitato a rispondere: ''Non rispondo agli attacchi individuali: ho sempre detto che sono molto contento che si vada a giudizio così potrò dimostrare la mia estraneità.

In partenza Profumo aveva anche risposto a Boldrin che aveva parlato di nazionalizzare il Monte dei Paschi di Siena, dicendo: "sarebbe necessario vendere a pezzi la banca". "Il nostro pensiero - ha proseguito - è mantenere una banca che continui a operare in modo autonomo".

Prima di Viola e Profumo era stato GABRIELLO MANCINI, presidente della Fondazione Mps, a intervenire. Mancini è stato subito contestato a più riprese dai soci della banca Mps nel corso dell'assemblea. L'azionista di riferimento, rivolgendosi agli oltre 200 presenti nell'auditorium, ha così interrotto il suo discorso per dire ai presenti: ''Non mi zittate, tanto il mio intervento lo leggo tutto, possiamo stare qui fino a domani, non chiedo approvazione ma solo un po' di educazione, cosa che qui da stamane non c'è stata''. Poi rivolgendosi a uno dei soci che continuava a disturbare ha detto: ''Chetati''.

Gabriello Mancini ha subito precisato nel suo discorso che la Fondazione Mps avrebbe votato il via libera alla delega al Cda di Banca Monte dei Paschi di Siena per l'aumento di capitale proposto dai vertici del Monte, ribadendo l'auspicio che Mps possa restituire i Monti bond anche prima del tempo ''attraverso risorse provenienti dalla gestione caratteristica''. Mancini ha quindi ribadito che senza questi, un eventuale aumento di capitale avrebbe avuto un ''esito problematico''.

Il presidente della Fondazione Monte dei Paschi, Gabriello Mancini, ha espresso anche "apprezzamento" per i primi risultati raggiunti dai nuovi amministratori, in particolare sulla ristrutturazione organizzativa, e indica il bilancio 2012 come uno "spartiacque". "Dovrà rappresentare un punto di svolta - ha detto intervenendo in assemblea - uno spartiacque definitivo tra il vecchio e il nuovo corso, i cui effeti si dovranno manifestare a partire dall'esercizio 2011".

Erano oltre 250 i soci arrivati stamani per partecipare all'Assemblea straordinaria degli azionisti del Monte dei Paschi di Siena. Sicuramente una delle assemblee più partecipate per la banca. L'auditorium di Viale Mazzini non è bastato a contenere tutti i presenti. Una sala attigua con schermi è stata predisposta per permettere ad alcuni soci di seguire gli interventi. Assemblea affollata anche dai giornalisti, oltre un centinaio quelli accreditati, stretti in una sala stampa dove comunque le telecamere sono dovute restare spente.

Il buffet allestito con tartine, crostini e panini è stato decisamente 'sobrio' rispetto a quelli che si vedevano fino a un anno fa, all'epoca della presidenza di Giuseppe Mussari quando i soci potevano rifocillarsi con primi e secondi piatti tipici, serviti in bianche porcellane.

L'Assemblea straordinaria degli azionisti del Montepaschi si è subito preannunciata fiume. L'ordine del giorno prevedeva soltanto un punto da mettere ai voti, ovvero l'aumento di capitale necessario a tirar fuori dalle secche la banca più antica del mondo, ma sono già decine i soci che vogliono prender parola per manifestare le proprie preoccupazioni per quanto sta accadendo all'interno di Rocca Salimbeni.

Verso metà mattinata si parlava di circa 30 interventi in programma di una durata massima di dieci minuti, come stabilito dal presidente Alessandro Profumo a inizio lavori. Tirando le somme si tratta quindi di oltre quattro ore di domande. Seguiranno poi le risposte dei vertici ed eventuali repliche dei soci.

All'ordine del giorno un solo punto: la ricapitalizzazione, ovvero il piano di salvataggio della storica banca senese che passa attraverso la sottoscrizione degli aiuti di Stato, i cosiddetti Monti Bond.

Ad aprire i lavori è stato Alessandro Profumo, presidente di Mps. Presente in sala il 52,7 per cento del capitale.

I temi più quotati: lo scandalo derivati, garanzie sui 31 mila dipendenti della banca, le inchieste della magistratura, la vigilanza della Banca d'Italia, gli aiuti di Stato da 3,9 miliardi di euro, gli ex vertici guidati da Giuseppe Mussari e via dicendo.

Nel corso dell'assemblea Michele Boldrin, economista e docente negli Stati Uniti, tra i fondatori del movimento Fermare il declino guidato da Oscar Giannino aveva espresso la sua opinione sul fatto che il Montepaschi vada prima nazionalizzato e risanato e poi venduto a un soggetto straniero in modo da aumentare la concorrenza sul mercato bancario del Paese. Pregando i vertici a non procedere con "Qualche fusione", Boldrin ha detto: ''Questa banca va nazionalizzata''. Ha poi aggiunto: ''Non basta aver cambiato l'intero Cda, serve che venga sostituita tutta l'alta dirigenza che in questi anni ha dimostrato incapacità". "Nel mercato- ha proseguito incassando gli applausi della sala-, chi sbaglia paga e chi chiude i cassetti'', come avrebbe fatto il direttore generale Antonio Vigni nascondendo in cassaforte le carte dello scandalo derivati, ''ha sbagliato e quindi deve pagare''.

A suo avviso, Mps, ''una volta risanata da banchieri di garanzia e indipendenti, dovrà essere rilanciata, evitando però che finisca in mani italiane in modo da aumentare la concorrenza di questo mercato nel Paese''. Boldrin ha sottolineato come la crisi del Monte ''è la più grave tra quelle esistenti, è la punta dell'iceberg''. Infine, l'economista ha tirato una stoccata violenta anche contro l'azionista di controllo della banca: la Fondazione. Mps è il simbolo di un ''sistema bancario italiano ben lungi dall'essere concorrenziale e di mercato. E' controllato senza trasparenza: è in mano alla Fondazione che ha una governance non trasparente e a sua volta è controllata dai partiti e dalle amministrazioni locali. Siamo in una situazione anomala'' di stampo ''né privato né pubblico. Insomma, un sistema strano''.

Similmente, Giampiero Maccari, socio ed ex dipendente di Banca Monte dei Paschi che intervenendo in assemblea, dopo aver criticato la gestione di Giuseppe Mussari e invocato nuovi soci per la banca, scherzando ha affermato: ''Io sarei contento che venisse a Siena un emiro'' cui magari dedicare ''un palio straordinario per Maometto''. Maccari ha poi detto rivolgendosi ad Alessandro Profumo e all'ad Fabrizio Viola a proposito del ritorno all'utile nel 2015: ''Se fate questo bilancio io vi offro anche una cena''. Profumo ha replicato: ''Prenoti già il ristorante''.

alle 12, a Siena, in viale Mazzini dove si tiene l'assemblea degli azionisti di Mps, a Firenze e a Roma, in Largo del Nazareno, davanti alla sede del Partito Democratico sono iniziate simultaneamente le manifestazioni di Fare, il partito di Oscar Giannino. Uno striscione: ''Le vostre banche non le paghiamo'', apre la manifestazione di Roma, dove decine di militanti fischiano davanti alla porta della direzione Pd.

Intanto, poco prima, l'associazione dei piccoli azionisti del Montepaschi si era scagliata contro le maxi-retribuzioni ai dirigenti e gli eventuali bonus in favore dei manager della banca quando molti dipendenti sono stati costretti all'esodo. Il presidente di Azione Mps, Antonio Spinelli ha tuonato: ''La trasparenza che noi esigiamo deve servire alla crescita aziendale e non all'arricchimento di pochi''. I piccoli azionisti sono concordi e ''Ritengono fondamentale che nessuno, soprattutto in questa fase di crisi occupazionale, ottenga bonus o retribuzioni variabili connesse con la riduzione dei posti di lavoro o delle retribuzioni complessive''. Spinelli inoltre ha sottolineato che ''al fine di dare concretezza e ripristinare la fiducia del Mercato si rende indispensabile che il Monte renda pubblici gli importi globali delle retribuzioni per tipologia dei propri dirigenti, la cui riduzione'' è richiesta dalla legge prevista per la sottoscrizione gli aiuti di Stato, i Monti bond.

In apertura dell'assemblea c'è subito stato un botta e risposta tra Beppe Grillo e Alessandro Profumo. Il leader del Movimento 5 stelle parlando ai soci ha lanciato l'allarme di ''un buco nei conti di 14 miliardi di euro, bisogna subito aprire un'inchiesta''. Dichiarazione che ha fatto subito intervenire il presidente Profumo che ha chiesto: ''Mi dica da dove viene questa indicazione? Qui non c'è nessun buco''.

Beppe Grillo ha iniziato il suo intervento all'assemblea del Montepaschi attaccando il presidente della banca: ''Alessandro Profumo lo conosco, è di Genova come me, faceva il casellante e studiava la notte. Ma ha un curriculum inadatto per questo ruolo perché è indagato per frode fiscale''.

Ha poi spiegato meglio la sua posizione affermando: ''Questa era banca dei senesi. Banca florida, straordinaria. Poi nel 1995 è stata politicizzata, è entrato un partito, sono entrati i Ds e siamo arrivati allo scempio totale''.
Secondo Grillo, ''Il mercato non è altro che i soliti squali che entrano nelle società, investono e vogliono i dividendi. Per darli è stata disintegrata una delle più belle banche. Si sono venduti tutto''. Il leader del Movimento 5 stelle ha quindi ribadito quanto aveva detto arrivando, ossia che la situazione del Monte è peggio della Parmalat e di Tangentopoli. E ha concluso: ''Bisogna chiamare i segretari del Pd e chiedergli conto''.

Recentemente il presidente di Mps ha affermato, rispondendo a un piccolo azionista che nel corso dell'assemblea si era augurato che i vertici attuali sappiano essere autonomi dalla politica e non ci siano più ingerenze nella gestione della banca: ''Chi conosce il sottoscritto e l'ad Fabrizio Viola sa che siamo completamente autonomi'' dalla politica.

Profumo ha dato il via all'Assemblea sottolineando: ''Non è ancora possibile fornire dati puntuali e aggiornati'' in merito allo stato dell'arte della situazione derivati. Il presidente di Mps ha poi precisato che la banca sta ancora lavorando all'esame dell'esposizione portafoglio titoli e derivati.

Si è poi risolto invece il giallo del tablet scomparso al piccolo azionista Romolo Semplici. Semplici aveva infatti aperto il suo intervento in assemblea denunciando la scomparsa del suo tablet durante i lavori. Semplici si è rivolto a Profumo dicendo: ''Presidente, sono stato derubato del mio tablet''. Semplici ha poi affermato: ''E' uno scandalo che accada proprio qui e la dice lunga su questa banca''. Immediata la risposta di Profumo: ''Mi spiace, ma questa non è colpa della banca ma dei suoi soci''. Semplici ha poi ritrovato il tablet all'uscita della sala.

Per quanto riguarda la composizione dell'azionariato non risultano cambiamenti tra i grandi soci della banca, ad eccezione di Axa che detiene un 3,2% rispetto al 2,5% che emerge dal sito della Consob. La Fondazione Mps possiede il 34,9%, la famiglia Aleotti il 4% (Finamonte Srl), Unicoop Firenze il 2,7% e JpMorgan il 2,5 per cento.  

A dare il benvenuto ai soci della Banca Monte dei Paschi di Siena convocati per l'assemblea straordinaria c'erano due presidi: quello della Lega Nord e quello delle forze che sostengono la lista Rivoluzione Civile di Ingroia. Nelle iniziative di protesta sono stati lanciati cori e distribuiti volantini contro la dirigenza del Monte, ma anche contro l'ex sindaco di Siena e candidato del centrosinistra alle prossime elezioni amministrative Franco Ceccuzzi.

Ressa all'ingresso all'arrivo di Beppe Grillo che, avendo comprato due azioni, come aveva annunciato, parteciperà all'Assemblea. Appena arrivato Grillo ha esordito dicendo: ''Quello che hanno fatto alla banca Monte dei Paschi è peggio della Tangentopoli, di Craxi e di Parmalat insieme, questo è il danno che hanno fatto''. Il comico genovese e leader del Movimento 5 stelle è stato accolto da una ressa di giornalisti, cameraman e fotografi. Mentre entrava in Assemblea Grillo ha aggiunto: ''Hanno fatto di un partito una banca e di una banca un partito''.

Il comico ha poi concluso: ''Mussari è un incompetente, lo hanno messo lì a fare il linoleum: stanno vendendo una banca del 1500 al mercato''.