Palio, Cucini: "Mai cambiato versione sui fatti del 17 agosto"

Il presidente della Pubblica assistenza risponde all'Oca

Vareno Cucini

Vareno Cucini

Siena, 29 novembre 2015 – «In seguito al comunicato del Governatore della Nobile Contrada dell’Oca,  credo opportuno ritornare sulla dinamica degli incidenti del Palio di agosto che hanno coinvolto la Pubblica Assistenza, con alcune brevi precisazioni». Inizia così l’intervento del presidente Vareno Cucini che contruibuisce al dibattito sul dopo sanzioni dell'Assunta.  «In ogni occasione  nella quale sono stato chiamato ad esporre i fatti, mi sono limitato a parlare di ciò che attiene alla associazione che rappresento; con questo presupposto ho fornito una versione dei fatti che si fonda sui report dei Volontari che erano in servizio a S. Martino il 17 agosto. Ho avuto occasione di esporre questa versione, verificata nel Consiglio Direttivo, alle autorità comunali e ai dirigenti delle Contrade della Torre e dell’Oca compreso Fulvio Bruni. Questa versione non è mai cambiata e si fonda sui fatti sempre riferiti senza enfasi o esposizioni mediatiche edulcorate. L’unico intervento mediatico  è avvenuto dopo le decisioni della Giunta. Durante gli incidenti a S. Martino ci sono stati, per quanto riguarda il personale e i mezzi della Pubblica Assistenza, danni a cose, causati da persone individuate; i costi delle riparazioni conseguenti ai danni medesimi sono stati rimborsati con donazioni dalla Torre. Gli incidenti sono avvenuti alla presenza delle autorita di polizia e hanno, come sempre, anche causa in difetti organizzativi.

Questi i fatti che ci coinvolgono e di cui abbiamo reso conto, senza omissioni; così come abbiamo fatto nel passato quando è stato necessario. La Pubblica Assistenza è un luogo nel quale tante persone, tanti contradaioli anche dell’Oca e della Torre, trovano la possibilità di contribuire al miglioramento della qualità della vita della nostra città; è costume sociale quindi tenere sempre posizioni fondate sui fatti e prive di partigianeria, vizio esiziale per la nostra stessa esistenza. L’Associazione non ha mai avuto l’ambizione ad ergersi a giudice sulle vicende del Palio cui siamo profondamente legati; rivendica invece, orgogliosamente, la sua autonomia verso il mondo che la circonda.

Io, come responsabile dell’Associazione, mi sono sempre mosso nel rispetto di questi principi. Debbo dire, sul piano personale, che pur vivendo a Siena dal ‘57 e provando forti emozioni durante il Palio, non sono mai diventato un contradaiolo rimanendo a livello delle simpatie, mai nascoste, ma che non mi hanno impedito di guardare con equidistanza e serentà alle vicende paliesche. Comprendo invece la difficoltà di coloro che vivono più profondamente di me la Contrada, ad mantenere la stessa serenità e non me ne adombro».