Ospitarono ‘lo Zingaro’, via la casa. Il Comune: «Stop assegnazione»

Avviate le procedure per revocare il contratto di Esterina Truzzi

na fase dell’arresto di Johnny lo Zingaro, avvenuto a Taverne d’Arbia in un’abitazione popolare del Comune di Siena

na fase dell’arresto di Johnny lo Zingaro, avvenuto a Taverne d’Arbia in un’abitazione popolare del Comune di Siena

Siena, 28 luglio 2017 - Le procedure per chiudere il contratto di affitto con la famiglia di Esterina Milva Truzzi sono state avviate ieri. La casa in cui è stato arrestato Johnny lo Zingaro, l’ergastolano pluriomicida evaso dal carcere di Fossano, era occupata dal 2005 dalla famiglia della donna arrestata per favoreggiamento. E ieri il sindaco ha formalmente incaricato Paolo Casprini, dirigente del settore patrimonio, di attivare le procedure previste dall’articolo 35 della legge regionale sul patrimonio abitativo, che prevedono la decadenza dall’assegnazione qualora nell’alloggio vengano svolte attività illecite. C’è stato anche un primo contatto telefonico con il questore da parte del sindaco, prima della doverosa richiesta di riscontri formali alle notizie di stampa, necessari per aprire la procedura.

Si definiscono anche i contorni della presenza del nucleo familiare in quell’abitazione, entrata per una situazione di emergenza. Vicenda che si è protratta a lungo, fino al 2015 quando è stata sanata la morosità pregressa. A quel punto sarebbe dovuta partire la procedura per la stabilizzazione, ora bloccata in maniera irreversibile (salvo sorprese) dall’ospitalità concessa al criminale.

Il Comune aveva controllato l’appartamento, sulla scia delle lamentele dei vicini, ad aprile e poi il 4 luglio. Il nucleo ammesso è composto da madre, tre figli (uno minore) e un nipote piccolo. Alle verifiche con più persone all’interno della casa rispetto a quelle comunicate ufficialmente, si sarebbero dovuti mettere in moto ulteriori riscontri per accertare la stabilità o meno di quelle presenze. «La situazione era seguita con attenzione», spiega l’assessore al sociale Anna Ferretti. Che riconosce anche la fondatezza delle preoccupazioni dei vicini. «Dopo quello che è successo, è normale ci sia paura – afferma –. Andremo avanti con le procedure previste dalle normative anche perché deve passare chiaro un messaggio: chi usufruisce di un bene pubblico deve rispettare la legge. Come peraltro è già successo in altre situazioni negli anni passati».

Resta un problema più ampio che riguarda l’intera zona di Taverne d’Arbia, dove c’è chi lamenta problemi di vivibilità. «Dobbiamo riconoscere – afferma Ferretti – che in alcuni fabbricati è necessario intervenire in modo differente rispetto a quanto fatto finora. Siamo consapevoli che ci sono situazioni al limite, dove dobbiamo riuscire a portare correttivi affinché la convivenza civile sia un valore rispettato da tutti. Non sempre è così, ma le situazioni sociali difficili non devono penalizzare i vicini».

E rispetto alle proteste più generalizzate l’assessore Ferretti, come già il sindaco Valentini, preferisce sottolineare gli aspetti positivi: «Capisco che alcuni residenti possano sentirsi a disagio, ma non sono d’accordo con chi dipinge quella di Taverne come una situazione drammatica. Ci sono tante attività aggregative, sviluppate intorno alla parrocchia, al circolo Arci, alla Pubblica assistenza, alla Misericordia, alla società sportiva che finalmente sta ritrovando i suoi spazi. È insomma una realtà viva, con alcune difficoltà, ma anche con tanti aspetti positivi».