Treni, troppi guasti e ritardi cronici. "Pronti allo sciopero del biglietto"

I pendolari della Siena-Chiusi scrivono all’assessore regionale

 L’assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli

L’assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli

Siena, 14 dicembre 2018 - La pazienza ha un limite. E adesso è stato superato. Così i pendolari della Siena-Chiusi scendono nell’agone. E scrivono una lettera aperta, inviata anche all’assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli, per chiedere un servizio adeguato. Dopo la protesta di qualche anno fa, i miglioramenti si erano visti. Ma dall’inizio del 2018 i viaggiatori denunciano un declino progressi «che non assicura più agli utenti né di arrivare in orario, né di essere su convogli che assicurano standard minimi di comfort», si legge nella missiva. «I disagi sono forti», confermano tre storici pendolari della Siena-Chiusi quali Aimo Torroni, Roberto Gonnelli e Carlo Stefanucci.

"I ritardi, soprattutto dei treni della mattina, risultano ormai quotidiani e spesso raggiungono e superano i 30 minuti. Le cause – sostengono – sono da ricondurre ai guasti ai passaggi a livello, agli scambi e alla segnaletica della linea. Inoltre sono tornati al posto dei materiali più recenti come Minuetto e Swing, le automotrici anni ’70, le cosiddette ’papere’ che si guastano spesso e provocano ulteriori ritardi". In una società dove la velocità dei collegamenti è fondamentale, Siena non può rimanere arretrata.

"I motivi del deterioramento sono ben noti all’assessore Ceccarelli, come si evince da una lettera inviata a Trenitalia, in primis la quasi totale assenza dei lavori di manutenzione sulla linea", dicono i pendolari. Chiamando poi in causa Rfi per i passaggi a livello guasti per cui il treno viene fermato finché non arrivano gli operai a ripararlo "invece di far procedere con prescrizione di marcia a vista".

Malgrado ciò, lamentano, la Regione Toscana si appresta a rinnovare il contratto con Trenitalia e Rfi. "L’unico modo per ottenere un servizio migliore è usare la leva economica. Chiediamo che Ceccarelli pretenda il rinnovo del materiale anticipandolo al 2019 invece che entro il 2021, manutenzione a gennaio 2019. Altrimenti via alle penali e ribasso del costo del viaggio, non simbolico ma consistente".

In mancanza di azioni significative, annunciano, "siamo pronti ad avviare forme di protesta che comprenderanno anche lo sciopero fiscale consistente nel mancato pagamento di biglietti e abbonamenti".