Siccità, è massima allerta, task force per il Fiora. Preoccupa il Luco

Le parole di Emilio Landi, presidente di Acquedotto del Fiora

Il problema siccità è sempre più pressante anche in provincia di Siena

Il problema siccità è sempre più pressante anche in provincia di Siena

Siena, 21 giugno 2017 - «Non emergenza, massima allerta e vigilanza sì. Proprio tranquilli non possiamo dirci. Anche perché quando c’è poca acqua e il terreno è secco è come quando piove troppo e si verificano frane: oggi è facile che si verifichino rotture, piccoli ma più frequenti imprevisti», dice Emilio Landi, presidente di Acquedotto del Fiora, il gestore dell’acqua pubblica per Siena e Grosseto. L’allerta attuale è quella legata al caldo che si accompagna ad una siccità preoccupante: in sostanza non piove in modo significativo dal dicembre scorso.

Presidente, quali sono le nostri fonti o i bacini idrici?

«Prima di tutto ci sono le sorgenti dell’Amiata, che però hanno una tempistica non strettamente legata alla stagione. Grazie al sistema di canali, tubazioni e riserve l’acqua che arriva ora a valle è quella di un anno e mezzo fa sull’Amiata. Paradossalmente potremmo avere una stagione piovosa e sorgenti siccitose o al contrario. Il problema dell’acqua dell’Amiata non lo sentiremmo ora, se non fosse però che sono tre anni che non nevica in montagna, per cui quelle riserve non si sono ricaricate e la riduzione è innegabile. Questo non vuol dire comunque che ci sarà uno stacco immediato».

Le altre sorgenti?

«Ci sono quelle che risentono direttamente della stagione, come è il caso del Luco che serve Siena. Poi abbiamo qualche probleam intorno a Chiusdino. Ecco, siamo nella fase del monitoraggio generale e per punti specifici, su approvvigionamento, depositi, porta e pressione dell’acqua».

L’Autorità idrica Toscana ha dichiarato lo stato di emergenza?

«La task force è partita: stiamo mettendo mano ad un piano che dovrebbe farci passare la stagione senza problemi. Ma è ancora giugno e più avanti non avremo questo uso normale dell’acqua potabilile, senza considerare poi che l’estate è anche la stagione con maggiori presenze sul territorio e più consumo. Tra l’altro consumi che si spostano da città più vissute in inverno alle zone costiere dove ci si trasferisce d’estate. Non si può essere tranquilli e così le cisterne sono allertate e più avanti faremo iniziative con i sindaci chiedendo ordinanze e cercando di razionalizzare il consumo. Certo l’orto casalingo che deperisce dispiace, ma bisogna trovare altre fonti, al di là dell’acqua pubblica».