"Mi hanno presa a calci e pugni. Io pensavo solo a mia figlia"

Racconto-choc della mamma vittima dell’assalto in agriturismo

I due rapinatori non hanno risparmiato neppure il cuccolo Zeus, colpendolo durante la rapina con inaudita violenza

I due rapinatori non hanno risparmiato neppure il cuccolo Zeus, colpendolo durante la rapina con inaudita violenza

Siena, 18 febbraio 2018 - Zeus e la bambina giocano insieme fuori dalla casa, lei gli tira le orecchie e lui contraccambia l’affetto portandole in dono un grande sasso, troppo grande per le mani della piccola ma abbastanza per distrarla, perché dietro a quel gioco c’è la voglia di dimenticare tutto. Siamo nel giardino dell’agriturismo chiancianese dove si è svolta la rapina e la mamma Veronica, vittima dell’aggressione, ricostruisce per noi quei terribili momenti che alle 7.45 di giovedì mattina l’hanno gettata in uno dei peggiori incubi: cioè temere per la vita della figlia e per la propria.

«Ho sentito il cane abbaiare ed ero certa che ci fosse un capriolo, quindi volevo richiamare il mio cucciolone Zeus perché rientrasse in casa. Ho aperto la porta e invece mi è piombato addosso un uomo». Eccole le prime parole di Veronica. La 41enne ha un collare, il viso ancora insanguinato e la bocca tumefatta e tagliata per le violenti botte subite. Chianciano si è svegliata sotto choc dopo la rapina che ha coinvolto la giovane mamma e le sua piccina. Entrambe hanno ancora il terrore negli occhi dopo essere state vittime di tanta violenza. Cinque mesi fa questa famiglia ha scelto di prendere un agriturismo in gestione, inseguendo il sogno di vivere in Toscana. Adesso il dubbio è se continuare a stare qui o lasciare tutto ed andare via. «E’ nata subito una colluttazione perché ero terrorizzata – racconta la donna –. Temevo che arrivassero in camera da mia figlia.

E’ comparso subito con un balzo un secondo uomo, molto più violento del primo che ha iniziato a picchiarmi. Fra di loro parlavano rumeno. Ho subito sentito le grida della mia bimba, ma più cercavo di difendermi e impedire loro di arrivare da mia figlia, più mi picchiavano con violenza. Quando il nostro cucciolone Zeus ha iniziato a saltare addosso a queste persone che non conosceva, i due uomini hanno iniziato a prenderlo a calci e pugni. Intanto mia figlia era sul letto terrorizzata. Ho detto subito ai due malviventi dove trovare i soldi e i gioielli perché ho pensato che così ci avrebbero lasciato andare e che saremmo state salve, invece ci hanno chiuso a chiave in bagno mentre mia figlia continuava a piangeva».

Sebbene terrorizzata, Veronica non si perse d’animo: «Ho incominciato a raccontarle una storia, inventandomi che era carnevale e che i due sconosciuti avevano una sciarpa sul volto perché era una maschera. Il mio cellulare fortunatamente si trovava proprio in bagno, dove lo avevo lasciato in ricarica. Ho atteso: volevo essere sicura che i due rapinatori fossero andati via e quindi ho dato l’allarme. La bambina mi toccava il viso pieno di sangue e urlava e io la pregavo di stare zitta perché tutte le volte che la bambina urlava uno dei due tornava a picchiarmi, colpendomi con un anello sporgente e facendomi sanguinare. Sono stati i carabinieri a farci uscire dal bagno e liberarci».

Veronica parla ancora sconvolta appoggiandosi al marito mentre guarda la filgioletta giocare ed è proprio il marito a parlare per chiedere giustizia: «Stavolta non erano armati ma se la prossima volta avessero armi? Siamo sotto choc: io non so più come trovare il coraggio di uscire di casa per andare a lavorare nella nostra azienda agricola. Mia moglie ha difeso la famiglia». I due malviventi hanno anche rubato la fede che Veronica portava all’anulare sinistro ferendola sul palmo della mano. A questo punto si avvicina anche la figlia maggiore, che è rientrata d’urgenza dopo l’accaduto: «Oggi è successo questo ma cosa può accadere in futuro?». La bimba più piccina invece sorride, ha un bellissimo cappellino rosa con l’immagine di Minnie, dovrebbe solo giocare a questa età e non chiedersi perché due uomini abbiano picchiato il suo cane e la sua mamma. Abbraccia il cane e gli da un bacino sull’orecchio e cerca di riprendere con la manina quel sasso per giocare. E’ l’inizio per dimenticare la violenza subita.