Palio, il dopo Assunta: cosa muta con il trionfo della Lupa

Dal dominio di Trecciolino ai tre guerrieri

Scompiglio appena arrivato in Vallerozzi, dopo il giubilo, abbraccia gli amici di scuderia e la moglie Marzia

Scompiglio appena arrivato in Vallerozzi, dopo il giubilo, abbraccia gli amici di scuderia e la moglie Marzia

Siena, 18 agosto 2016 - UN CAPPOTTONE, quello della Lupa. Emozionante. Intenso da vivere. Capace, al contempo, di provocare ricadute effetto-domino sul 2017. Extra large non solo dunque per la potenza espressa sul Campo da Scompiglio e Preziosa Penelope, quanto perché incide sugli equilibri palieschi. Assesta rapporti fra Contrade, lancia definitivamente un ulteriore «re» della Piazza ed evidenzia la necessità di rimpinguare il parco-fantini più di quello dei cavalli.

ANDIAMO per ordine. Nel Palio gli assassini dettano legge. Si sa. E condizionano anche le Contrade, bisogna essere onesti. Ma queste ultime non hanno perso completamente il loro peso specifico e la capacità di manovra, come ben si è intuito nell’Assunta. La Lupa ha trovato almeno un paio di compagne di viaggio importanti, che saranno in Piazza il prossimo anno e che gravitano intorno a Scompiglio. Gruppo che dunque consolida l’intesa e, di riflesso, accentua la saldatura fra chi si trova sul versante opposto. Sensazione a caldo, salvo che il lungo inverno elettorale comporti scossoni.

Poi i fantini. C’è stato un passaggio epocale. Gli anni Duemila risultano segnati dal dominio assoluto dell’Imperatore Luigi Bruschelli. Ma dal 2010 ad oggi si è verificato un lento quanto inevitabile ricambio generazionale perché Tittia ha messo la firma su quattro successi, Brio e Scompiglio su tre ciascuno, due i centri fatti da Trecciolino, uno a testa per Salasso e Voglia. Le Contrade hanno dovuto concentrare, gioco-forza, la loro attenzione su pochi nomi per avere chance di vittoria. Finora su Brio e Tittia, dopo lo storico cappotto nella Lupa (sempre di più) anche su Scompiglio. C’è insomma, a parte Trecciolino che resiste nell’Olimpo, un altro «re» della Piazza insieme al sardo-tedesco e a Brio. Non ci sono più dubbi. Cosa peraltro accolta positivamente dalle Contrade che possono così ampliare il ventaglio delle scelte evitando la corsa all’uno o all’altro.

IL PALIO dell’Assunta evidenzia poi la necessità di rimpolpare il parco-fantini. C’è chi fra le new entry ha deluso, vedi Brigante. Ma anche dagli altri, esclusi i tre nelle fotografie (Scompiglio, Brio e Tittia), ci si attendeva qualcosa di più. Ha ragione Trecciolino quando rivendica il suo ruolo di talent scout dei fantini, seppure sia stato criticato. Non si è stati capaci di tirare fuori dal cilindro, stando almeno ai risultati, nomi con i numeri per diventare stelle. A qualcuno magari va data un’altra opportunità, però altri devono sbrigarsi a correggere il tiro per non finire fuori carreggiata. Si potranno far debuttare dei giovani (forse sarà davvero la volta buona per Andrea Coghe o Arri), rientreranno Girolamo e Salasso. Certo è che se Contrade e addetti ai lavori non si muoveranno per tempo finirà che nel 2017 ci sarà chi si ritroverà con una monta di livello inferiore alla qualità del cavallo. «Non mancano i mezzosangue, ma i fantini», va ripetendo ormai da qualche anno Mario Savelli. Alla luce di quanto visto nel 2016 impossibile dargli torto.

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