"Quegli operai vivevano nel degrado più totale"

Inchiesta sullo sfruttamento di manodopera agricola. Il sindaco di Castellina visita la casa dove vivevano gli extracomunitari

Un alloggio ispezionato

Un alloggio ispezionato

Siena, 17 marzo 2017 - «STAMANE sono andato con carabinieri e ispettorato in località il Monte, a due chilometri dal paese, a verificare la situazione. Un’azienda agricola del posto ha dato in affitto alcuni immobili inutilizzati ad un soggetto esterno al territorio, una cooperativa che qui viene a fare servizi per l’agricoltura, lavorando in tutto il Chianti. Ebbene in questa palazzina anni ’60 erano alloggiati gli operai. Tutti extracomunitari sembra. Poi se questi lavoravano in modo irregolare o no, non lo so e non lo sa nemmeno il proprietario dell’immobile dato in affitto. Quello che ho visto è il degrado in cui questi uomini qui vivevano».

IL RACCONTO è di Marcello Bonechi, sindaco di Castellina in Chianti. «La realtà – continua l’amministratore – è che l’assunzione di operai è soggetta a tassazioni alte e che anche da noi ci sono aziende che non lavorano tutto l’anno e non possono permettersi di tenere personale inattivo, per cui ormai anche le nostre aziende fanno uso di terzisti, per determinati lavori, come possono essere la potatura stagionale o la raccolta dell’uva. Il problema vero poi è cosa c’è dietro questo lavoro. Questo non vuol dire comunque giustificare il caporalato e soprattutto le condizioni in cui vivono queste persone».

Dunque l’irregolarità che entra in un territorio sano e vanto come è il Chianti: è lo scandalo di una società in crisi che per trovare e dare lavoro va contro la legge e anche la dignità.

«SONO FELICE del blitz delle forze dell’ordine - commenta il sindaco di Castelnuovo Berardenga Fabrizio Nepi -. Proprio la scorsa settimana in un incontro a Barberino Valdelsa con il ministro Martina si è parlato del problema del caporalato, una peste arrivata anche nel nostro territorio. Il Chanti è noto per un prodotto di qualità e allora il mondo agricolo deve impiegare modalità di lavoro degne e in regola. La filiera deve essere sana così come è il prodotto che ne esce. Il Consorzio del Chianti certo non può entrare nel merito delle scelte delle aziende vinicole ma potrebbe farsi promotore di un protocollo d’intesa sulla legalità del lavoro e il Comune di Castelnuovo ne sareabbe il primo firmatario. Non conosco nel dettaglio l’operazione ma va detto che le nostre aziende agricole non trovano più manodopera sul posto per alcuni lavori e a volte fanno contratti di servizio con cooperative di cui non conoscono le modalità di lavoro».

Una problematica, questa del caporalato, in realtà non nuova al territorio: «Questa operazione penso rientri nelle attenzioni cui è sottoposto il nostro territorio da un po’ di tempo – sottolinea Pier Paolo Mugnaini, sindaco di Radda in Chianti, dove al momento la manovalanza lavorava –. E ben venga questa attenzione, perché il fenomeno non è da sottovalutare: basta un caso a danneggiare l’intero territorio. Le nostre aziende hanno operai propri e vivono normalmente di questo lavoro, poi in alcuni periodi dell’anno possono usufruire di esterni. Il fenomeno va tenuto sotto controllo e non è difficile notare se ci sono strani movimenti, persone di fuori. Poi se sono infiltrazioni irregolari vanno debellate. Ritengo le nostre aziende sane, dunque il ricorso a terzisti penso sia marginale e minimale, però se c’è va fermato subito, al varco. Rigettiamo questo tipo di economia e questa modalità di lavoro, che è anche concorrenza sleale per chi è in regola e non dignitosa per chi vi è costretto».