Si calano dal tetto e rubano le bici. Negozio ripulito per la quinta volta

La disperazione di Livaldo Mancini: "Conoscono le mie abitudini"

Livaldo Mancini indica il buco creato dai ladri per entrare nel suo negozio

Livaldo Mancini indica il buco creato dai ladri per entrare nel suo negozio

Sinalunga (Siena), 24 febbraio 2017 - "Ladri di biciclette". Ma non si tratta del famoso film di Vittorio de Sica degli anni Cinquanta, bensì dell’ennesimo furto di cui è stato vittima ancora una volta Livaldo Mancini di Sinalunga proprietario dell’officina-rivendita di biciclette sportive che si trova a Sinalunga, lungo via Casalpiano.

Nella notte tra mercoledì e giovedì alcuni malviventi, veri e propri acrobati, eludendo le telecamere di sorveglianza, precedentemente occultate con appositi nastri, e il sistema di allarme perimetrale a protezione di tutte le porte di accesso al fabbricato, dopo aver scalato le pareti verticali del fabbricato, con l’ausilio di una scala rubata in un capannone limitrofo, hanno smontato le lastre di copertura del tetto, il sottostante pannello isolante e il controsoffitto, per poi calarsi all’interno dell’officina proprio nella zona corrispondente ai locali di servizio (bagno e ripostiglio), le uniche zone non coperte dai sensori di rilevazione. Una volta all’interno dopo aver messo a soqquadro le scaffalature hanno prelevato una decine di biciclette in carbonio, venti ruote, scarpe sportive, caschi, cardiofrequenzimetri e altri accessori per un valori stimato di quasi cinquantamila euro.

"E’ la quinta volta che sono preso di mira dai malviventi precisa il proprietario e non è stata sufficiente nemmeno l’installazione delle telecamere. La cosa strana – dice Livaldo Mancini – che le bici rubate sono proprio quelle più costose, che tutte le sere tolgo appositamente dalla vetrina per rimetterle nel magazzino e il caso ha voluto che i ladri si siano calati propri lì, come se conoscessero le mie abitudini. Ma non solo, per raggiungere altri parti del locale hanno utilizzato lo stesso sistema calandosi dal tetto in corrispondenza del punto prescelto evitando così i dispositivi che potevano rilevare i loro spostamenti. Come è stato poi accertato visionando il filmato delle telecamere, sia di quelle installate nel mio fabbricato che nella zona che hanno registrato anche il passaggio del furgone, tra l’altro rubato nelle vicinanze – conclude Mancini – il furto è stato compiuto dalle due alle quattro di notte e quindi con un ampio lasso di tempo che gli ha consentito di agire indisturbati".