di CECILIA MARZOTTI
Siena, 13 maggio 2014 - L’argomento Mens Sana Basket sta continuando a tenere banco nella nostra città. Tra i tifosi, e non solo, la domanda sempre più insistente è: «cosa ne sarà della nostra plurivittoriosa squadra da un punto di vista di giustizia sportiva?». Sì, perché la giustizia ordinaria andrà avanti per i quattro agli arresti domiciliari — Ferdinando Minucci, Olga Finetti, Stefano Sammarini e Nicola Lombardini — e per gli altri due indagati (Jacopo Menghetti e Alessandro Terenzi), mentre quella sportiva valuterà la situazione della società. E così la domanda l’abbiamo girata al professor Luca Stanghelli, ordinario di diritto dello sport nella nostra Università.


«Preliminarmente è necessario evidenziare che allo stato si conosce solo quanto riferito dai veicoli mediatici e in sede di conferenza stampa da parte della stessa Procura. Le ipotesi criminose contestate agli indagati dovranno essere valutate da parte dei giudici competenti in sede processuale in contraddittorio con la difesa. Allo stato pertanto ogni indagine interpretativa non può non essere condizionata dalla predetta limitazione».
Lasciando da parte l’aspetto penale sarebbe interessante chiarire quanto stabilisce il regolamento di giustizia delle Federazione italiana di pallaccanestro in situazioni come quella che ha travolto la Mens Sana Basket.
«All’articolo 44 viene disciplinata la responsabilità oggettiva per atti di frode sportiva e stabilisce che qualora, per effetto della frode, sia stato conquistato lo scudetto, può esserne disposta la revoca. Ecco, allora che per escludere il rischio di tale revoca, non è sufficiente richiamare l’esistenza di reati tributari, che non hanno inciso sulla regolarità sportiva. Diversamente il problema è quello di stabilire se i fatti, realmente accaduti, abbiano o meno influito sull’iscrizione al campionato di basket. In un vostro articolo relativo agli sviluppi dell’inchiesta viene riportata la circostanza (riferita da una testimone) che ha detto che in mancanza della vendita del marchio la società, avendo necessità di incrementare i ricavi, non avrebbe potuto iscriversi al campionato».
E quindi professore?
«Il problema, dunque, è stabilire se i fatti commessi abbiano o meno costituito uno strumento per ottenere l’iscrizione al campionato. In altre parole la revoca di uno o più scudetti è configurabile soltanto nel caso in cui risultasse accertata giudizialmente la commissione dei fatti, in mancanza dei quali, la società non avrebbe ottenuto la predetta iscrizione e quindi la vittoria del campionato».
A fronte delle inchieste che hanno portato sotto gli occhi del mondo la nostra città sono scesi in piazza solo i tifosi: prima quelli della Robur e oggi quelli della Mens Sana. Si sono detti addolorati e arrabbiati...
«Hanno ragione e lo dico da senese. Sì, perché da senese se davvero venisse accertato che sono stati usati mezzi fraduolenti per iscriversi al campionato sarebbe un’ulteriore lesione dell’immagine di Siena sportiva. Alle associazioni di questi tifosi dico che possono richiedere alla società il risarcimento del danno inteso come sofferenza psichica e fisica».
E’ magra come soluzione, non le pare?
«Sì, lo riconosco non è una grande soddisfazione per quanti da sempre seguono e credono in una squadra. E’ una magra consolazione ipotizzare un risarcimento non patrimoniale e non ripaga certo i sentimenti che in queste ore stanno provando i tifosi».