Siena, 24 aprile 2014 - LE ALTE mura del carcere di Santo Spirito «nascondono» alla vista un progetto che coinvolge i ragazzi della IV A dell’Agrario e alcuni detenuti. La barriera materiale non diminuisce l’iniziativa. Anzi. In quel camminamento — quasi duecento metri all’aria aperta — destinato agli incontri tra detenuti e familiari ci sono 23 studenti che insieme ai loro professori stanno mettendo in pratica quanto imparato in questi anni (il percorso da loro intrapreso è quello della gestione ambiente-territorio). Accanto a loro ci sono alcuni detenuti. Tutti hanno in mano zappe, vanghe, pale e rastrelli. Sono a capo basso verso quella terra da anni dimenticata e quindi sassosa e in alcuni punti dura come il cemento. Ad ogni zolla sale l’odore tipico della terra rimossa con il sudore e la forza delle braccia. Sa di buono. Accanto ai ragazzi come sempre ci sono i loro insegnanti: Luca Pastorelli (è di Grosseto ed il capo della Banda cittadina), Marco Montini, Riccardo Ricci, Angela Maggi, Valentina Arru e il dirigente scolastico dell’istituto Agrario Tiziano Neri. Ad accompagnarci là dove a breve verranno messe a dimora varie piante è il direttore della casa circondariale Sergio La Montagna.

PER ARRIVARE allo spazio verde destinato ad essere trasformato passiamo numerosi cancelli, ma una volta là ci troviamo davanti a qualcosa di veramente speciale. Studenti che con pazienza lavorano, i loro professori che li aiutano a realizzare il progetto, detenuti che spingono le vecchie e arrugginite carrette. Non sembra davvero di stare dentro ad un carcere. Ad Andrea Turchi (studente dell’Agrario) abbiamo chiesto che effetto gli aveva fatto quando aveva saputo che sarebbe venuto insieme alla sua classe a mettere a posto il verde all’interno del carcere. Il ragazzo ride e semplicemente risponde: «Per me è un’esperienza positiva». Un pensiero condiviso anche dal suo compagno Federico Anichini.

«E’ la prima volta che l’Agrario entra nel carcere di Santo Spirito — dice il professor Luca Pastorelli —, ma nel passato abbiamo collaborato come scuola in varie contrade come per esempio nella Selva e ne Bruco». Questo a testimoniare — se mai ce ne fosse bisogno — il legame tra la stessa scuola e la città. Un rapporto che si rafforza ulteriormente con il progetto che viene portato avanti nella casa di reclusione di Santo Spirito. Le piante che verranno messe a dimora (salvia, rosmarino, lavanda, ligustro, biancospino, eccetera) sono stati offerti dal vivaio «Il Campino» e il progetto è stato appoggiato dalla Cassa ammende che finanzia i progetti per l’occupazione dei detenuti.

Il lavoro va avanti speditamente e in qualche punto sono già state create delle bellissime aiuole, mentre all’inizio del camminamento sono state posizionate delle grandi pietre che hanno già fatto cambiare aspetto al vecchio cortile. Le reti in alto e le guardie che controllano in continuazione per un attimo «scompaiono»: rimangono solo questi 23 ragazzi della IV A dell’Agrario con il sorriso sulla faccia e accanto a loro qualche detenuto. Sono insieme oggi per un progetto unico: rendere accogliente lo spazio verde del piccolo, vecchio carcere di Santo Spirito.