di Alessandro Vannetti
Radicondoli, 22 aprile 2014 - Saranno i Comuni di Radicondoli e Castelnuovo Val di Cecina a pagare, dividendosi la spesa in parti uguali, i 92.000 euro necessari a riparare la strada provinciale 35, dove da un mese e mezzo una frana blocca di fatto i collegamenti stradali tra Valdelsa e Valdicecina (i percorsi alternativi allungano il tragitto di circa 40 chilometri) e infligge danni gravissimi all’economia turistica della zona, che vede più che dimezzato il suo movimento, sta perdendo le opportunità dei ponti di primavera e teme per la stagione estiva. Lo ha reso noto ieri la stessa Provincia di Siena, spiegando che il suo bilancio dimezzato non avrebbe consentito l’operazione e ringraziando le due amministrazioni comunali «per aver compreso le difficoltà in cui si trova la Provincia e per essersi fatte economicamente carico dell’intervento».
 

Quella che appare come una buona notizia, non è, però, accolta con entusiasmo dai residenti, delusi per quel passaggio della comunicazione in cui la Provincia spiega i contenuti dell’accordo: «La convenzione, prevede la realizzazione di uno studio di fattibilità con una prima fase di indagini geologiche e monitoraggio che permetteranno di definire i lavori per consentire la riapertura parziale del tratto stradale». «Delusa è dire poco – commenta Antonella Palma – Dal 3 marzo stiamo aspettando inutilmente notizie e il 22 aprile ci dicono che, in pratica, non è stato ancora fatto niente: lo studio di fattibilità è previsto, quindi vuol dire che ancora non c’è; poi si faranno le indagini geologiche e il monitoraggio, perciò neanche queste cose sono state fatte; poi ci sarà da ‘definire i lavori’, che vuol dire che non si sa ancora dove mettere le mani. Se tutto va bene ci vorranno ancora mesi, per arrivare a cosa? A una riapertura parziale. Bisogna ammettere che la prospettiva non è incoraggiante, anche perché se una Provincia non ha 92.000 euro per fronteggiare un’emergenza… La sensazione è che si siano perse sei settimane di tempo: perché i due Comuni non sono stati subito chiamati in causa? Come hanno accettato oggi avrebbero accettato un mese fa e magari oggi, invece di fare previsoni senza scadenza, si potevano mettere in moto le ruspe».