di Paola Tomassoni

Siena, 16 gennaio 2014 - ‘Prevenire è meglio che curare, mantenere pulito più facile che pulire’: spesso il luogo comune non vale. Perché questo Comune (siamo a Siena) va sempre oltre la realtà, con la buona intenzione di pensare «in prospettiva». A domani più che a ieri. Allora a Siena diviene più economico costruire un nuovo ospedale che mantenere e recuperare quello vecchio. E’ la nuova proposta del sindaco Bruno Valentini, che, carte e conti alla mano, dopo essersi confrontato con la dirigenza della Azienda ospedaliera universitaria, ha gettato sul tavolo l’ambizioso progetto, «in un’ottica di efficentamento di gestione, di miglioramento dell’eccellenza medica e di attrattiva verso fuori regione della struttura sanitaria. Oltreché di sviluppo economico correlato, fra lavori e nuova operatività del polo».
Dunque sindaco, una proposta o un progetto?
«Dapprima una riflessione: da tempo si parla di qualità e solidità del sistema sanitario senese, con quella paura di uno smantellamento sempre alla porta. Da qui è partito il pensiero sulle Scotte e il futuro. L’attuale plesso ospedaliero sconta una progettazione longeva, strutture che mostrano i segni dell’età e necessità di forti investimenti anche solo per l’adeguamento dell’impiantistica di sicurezza e dotazione di macchine tecnologiche. Cui si aggiungono i cronici problemi di parcheggio e una viabilità in tutta l’area non più adeguata».
Allora la conclusione della riflessione qual è?
«Che converrebbe costruire un nuovo plesso, abbattendo il vecchio, ma magari mantenendo qualche piccola parte più recente, tipo il Dea: si avrebbe così una nuova struttura, efficente, moderna nell’architettura, con spazi più funzionali all’uso e con nuove dotazioni tecnologiche».
Ma a chi suggerisce tale miraggio?
«Alla Regione Toscana, proprietaria dell’ospedale e all’Università. Sono andato a Firenze l’altro giorno (martedì) per anticipare al governatore Enrico Rossi l’inizio dei discorsi intorno alla necessaria ristrutturazione dell’ospedale. Il costo della messa in sicurezza è altissimo, si stima oltre i cento milioni di euro, cui si aggiungono i costi di gestione, legati ad una logistica complicata e non adeguata ai tempi, poco razionali. Siamo di fronte a spazi smisurati, immobili su più livelli, corridoi lunghissimi e ascensori a non finire: un’organizzazione non efficente, laboriosa e dispendiosa, per non parlare dei consumi energetici. Insomma i risparmi di gestione di un nuovo plesso consentirebbero di abbattere, in un congruo periodo, l’investimento della nuova realizzazione».
Sindaco, lei fa i conti per qualcun’altro: ma qual è l’origine del ‘pensiero comunale’? A quale pro, insomma?
«Questo potrebbe essere il punto di confronto sul futuro. Mi riferisco all’attrattiva di eccellenze e di ricerca, atte a rilanciare la sanità senese. Poi penso alla possibilità e necessità di attrarre pazienti da fuori regione, essenziali per mantenere i costi di gestione degli ospedali di oggi. Il nuovo polo dovrebbe essere riferimento locale, di area vasta ma non solo, e in contemporanea muoversi in sinergia con gli altri poli regionali. Perché la sanità non deve competere ma soddisfare le nuove esigenze».
Dunque precisamente qual è la sua idea?
«Abbattere l’attuale ospedale, che tra l’altro rovina lo skyline di Siena vista dal Chianti. Penso sempre ad una struttura a padiglioni comunicanti, ma in modo diverso dai lotti attuali: il numero uno ad esempio ha addirittura 12 piani. Spostare un letto da una parte all’altra è un vero viaggio».
Con il sindaco allo studio della proposta c’è l’assessore Anna Ferretti. Cosa ne pensa da amministratrice e professionista del sociale quale è?
«Le Scotte come idea risalgono a metà anni ’50, il primo lotto fu realizzato nel ’70. Nel frattempo la città si è sviluppata, è cambiata. Così come è cambiato l’uso sanitario di una struttura ospedaliera: ci sono letti inutilizzati o utilizzabili in modo diverso. Le attuali Scotte sono state pensate per un altro periodo storico e non sono adeguate all’oggi, tantomeno a domani. Pensiamo ad una struttura da circa 800 posti, con soprattutto un’organizzazione degli ambienti diversa».
Per un costo di...?
«Ci sono casi di riferimento. Probabilmente con 3-400 milioni si fa. E in un ottica di programmazione regionale, considerando anche di attingere a fondi europei, in aggiunta al risparmio legato alla necessaria ristrutturazione e ai nuovi costi di gestione ben più razionali, il tutto è pensabile ed interessante. Tanto più se si ragiona da buoni amministratori che guardano anche a domani».
E il personale dell’Aou senese?
«Per chi lavora può essere solo un miglioramento operare in una struttura più facile e dotata».
Infine sindaco, cosa ha detto il governatore Rossi di fronte alla sua proposta?
«Ne ha apprezzato la ragionevolezza e ambizione. Se dicessero che va bene, per me è da mettere in cantiere già per il 2015».