Siena, 4 novembre 2013 - UNA MACCHININA al giorno, per un mese, da portare sulla tomba del bambino, nel piccolo cimitero di campagna alle porte di Siena. Un gesto simbolico che arriva dall’Ordine dei medici della provincia, per mano del presidente Roberto Monaco. Un pensiero scritto da parte di coloro, i medici, «che ogni giorno lottano contro il male e ci sentiamo vicini a un bimbo strappato alla vita troppo presto. Ho paura che questo sia il male del nostro tempo, il vero cancro sta nell’assenza di valori, di solidarietà, di condivisione. Non ci sono parole tranne quelle usate da La Nazione per definire un gesto così ‘ignobile’».

 

La lettera tratteggia però con estrema delicatezza il profilo della vicenda. Tanto che, va precisato, il dottor Monaco nel chiedere esplicitamente il permesso alla famiglia del piccino per poter portare avanti questa idea, specifica che si tratta «di una risposta etica alla crudeltà e non abbiamo alcun interesse che venga pubblicizzata». Invece noi abbiamo voluto rendere pubblico questo pensiero perché ci sono parole che toccano le corde del cuore e che muovono le coscienze, proprio come forse è successo ieri attraverso le colonne di questo giornale.


NON È NOSTRA intenzione sbandierare la tragedia che ha colpito una famiglia ma evidenziare una vergogna che ci indigna tutti. Perché questo episodio vìola le nostre anime e i pensieri che riserviamo ai nostri cari. Ce ne rendiamo ancora più conto facendo un giro in quel piccolo cimitero che in questi giorni, come sempre accade, è un pittoresco susseguirsi di colori sullo sfondo della campagna più dolce del mondo. E si intuisce che di storie come quelle del piccolino ce ne sono molte. Troppe. Tombe così piccole da contenere tanto dolore, madri e padri che portano regali a figli strappati alla vita, colpisce una collana posta con tenerezza sulla lapide di una ragazza così giovane da poter gradire ancora il gioco della vanità. E si scopre che tanti oggetti vengono portati via, dai giocattoli agli angioletti attraverso una serie di ninnoli che hanno un puro valore simbolico. Ma è infinito, nel cuore di chi li regala.


Per questo fa bene all’anima leggere la lettera del dottor Monaco: «E’ sicuramente un piccolo gesto che non restituirà serenità alla famiglia provata da un ennesimo dolore, ma contro un fatto così incivile si schiera l’esercito della professione medica ed è bello pensare che quando questo piccolo Angelo giocherà lassù con una macchinina, quaggiù i 3000 medici di Siena e provincia gli batteranno le mani».

 

Katiuscia Vaselli