Siena, 26 settembre 2013 - L’INCHIESTA sulla passata gestione del Monte dei Paschi approda in un’aula di Tribunale. A un anno e cinque mesi dal blitz della guardia di finanza a Rocca Salimbeni e in altri Palazzi cittadini (e non solo) si apre questa mattina davanti al collegio — Leonardo Grassi (presidente), Nadia Garrapa e Paolo Bernardini — il processo immediato a carico degli ex vertici Giuseppe Mussari (assistito dagli avvocati Tullio Padovani e Fabio Pisillo), Antonio Vigni (difeso da Enrico De Martino e Franco Coppi) e dell’ex capo dell’area finanza Gianluca Baldassarri (assistito dagli avvocati Filippo Dinacci e Stefano Cipriani). Si tratta del primo filone dell’inchiesta aperta dalla procura di Siena nell’ottobre del 2011 e riguarda il derivato Alexandria, ristrutturato nel 2009 con la banca d’affari giapponese Nomura.

Tutti e tre gli imputati dovranno rispondere del reato di ostacolo alle funzioni dell’autorità di vigilanza in concorso, un reato che, secondo i magistrati, Mussari Vigni e Baldassarri avrebbero compiuto «occultando» il contratto di mandate agreement tra Mps e Nomura. Contratto che il nuovo management rinvenne nell’ottobre del 2012 nella cassaforte dell’ex direttore generale Antonio Vigni, consegnandolo immediatamente ai magistrati. «Ho custodito la lettera nella mia cassaforte — ha spiegato Vigni nel corso dell’interrogatorio del 9 febbraio scorso — perché Baldassarri mi aveva detto che era un documento delicato. Mi sono sempre fidato ciecamente di Baldassarri». E, in effetti, quel documento delicato lo era davvero: «L’unico documento che lega la complessiva operazione con Nomura è la lettera di mandato», come ha spiegato sempre Vigni ai pm.

Questa mattina, con l’apertura del processo, ci saranno anche le costituzioni delle parti civili. Salvo sorprese, si costituirà parte civile Bankitalia, che è parte offesa. Mentre ha annunciato l’intenzione di farlo l’associazione di consumatori Adusbef. «La costituzione di parte civile di Adusbef — afferma il suo presidente, Elio Lannutti — è diretta al fine di concorrere all’accertamento della penale responsabilità degli imputati ed ottenere il risarcimento dei danni non patrimoniali subiti a causa della condotta illecita degli imputati». «I reati ipotizzati dalla procura — conclude Lannutti —, oltre a ledere naturalmente l’interesse tutelato in via diretta dalla norma penale, finiscono con il produrre un danno dell’associazione di consumatori Adusbef, l’unica storicamente specializzata in Italia alla tutela del credito e dei servizi bancari e finanziari, che ha fatto della tutela del medesimo interesse il proprio scopo statutario esclusivo o prevalente». E sempre questa mattina dovrebbero essere definite le liste dei testimoni chiamati da accusa e difesa. Circa un centinaio di soggetti, molti dei quali compaiono sia nell’elenco dei pm che in quello dei difensori, cosicché alla fine, probabilmente, la lista si ridurrà a una quarantina di testi e sarà il collegio a decidere chi dovrà comparire. Definite queste formalità il processo entrerà nel vivo, ma occorrerà attendere qualche altro giorno, prima che testimoni e imputati compaiano in aula.