Monteroni d'Arbia (Siena), 21 agosto 2013 - Siamo profondamente rammaricati per la scelta dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati alla mafia di vendere al miglior offerente la tenuta di Suvignano, ben 19 anni dopo il complesso percorso di confisca che era stato concretizzato. Non intendiamo pero' arrenderci nel portare avanti la nostra battaglia a favore del rispetto della legalita'".
Con queste parole il Sindaco di Monteroni d'Arbia, Jacopo Armini, commenta la decisione di vendere la tenuta agricola di oltre 713 ettari confiscata alla mafia nel 1994.

 "Il senso di delusione e' doppio - prosegue Armini - perche' nei mesi scorsi avevamo sottoposto, tramite la Regione Toscana, un serio e concreto progetto di sviluppo e rilancio economico della tenuta che, come Comune, ci aveva visti in prima linea assieme alle associazioni Arci e Libera. Lo scorso gennaio eravamo stati ricevuti dall'allora Ministro degli Interni Cancellieri, assieme al Governatore Enrico Rossi e al Presidente della Provincia di Siena Simone Bezzini, per illustrare nel dettaglio il nostro progetto che prevedeva lo sviluppo di un piano di valorizzazione economica, basato su agricoltura, filiera corta, energie rinnovabili e l'apertura, inoltre, di una scuola di legalita' destinata ad accogliere giovani".

Il sindaco sottolinea che il progetto "era stato valutato molto positivamente e ci era stato prospettato un percorso ben diverso da quello emerso in questi giorni e che, inoltre, disattende il chiaro spirito della legge finalizzata al riutilizzo pubblico dei beni confiscati. Un principio fondamentale nella lotta alla criminalita', la cui importanza ci e' stata ben ricordata anche da Don Ciotti, fondatore di Libera, in occasione della sua recente visita a Siena. Mi auspico - conclude - che ci siano comunque ancora i margini per impedire questo rischio, tutelando la legalita' e gli interessi del territorio".