Siena, 22 luglio 2013 - Fine mandato turbolento a Palazzo Sansedoni. Come anticipato da La Nazione, martedì della scorsa settimana, un gruppo di consiglieri della deputazione generale ha predisposto una bozza di un documento (in cui si precisano i passaggi cruciali degli ultimi quattro anni e si evidenziano compiti e responsabilità). Un testo già discusso nel corso due incontri ‘informali’, a cui non ha partecipato il presidente {{WIKILINK}}Gabriello Mancini{{/WIKILINK}}. E oggi, salvo ripensamenti dell’ultim’ora torneranno a riunirsi ancora, con l’intento di approvare il testo definitivo (attualmeente di sette pagine) in cui prendono le distanze dal presidente Mancini e dalla Deputazione amministratrice evidenziando come si siano generate "situazioni che hanno incrinato il rapporto tra Deputazione e gli organi della Fondazione".
Ma Mancini non ci sta e con una lettera al nostro quotidiano, dopo le anticipazioni del documento dei deputati generali, precisa che per oggi "non è in programma alcuna riunione della deputazione generale convocata invece, e in calendario da tempo, per mercoledì prossimo 24 luglio con all’ordine del giorno la nomina della nuova dg, se le tutte le designazioni saranno arrivate da parte dei soggetti preposti, e per discutere il compendio di fine mandato già esaminato dalla deputazione amministratrice". "Si tratta - precisa il numero uno di Palazzo Sansedoni - di una relazione del presidente e del direttore generale sul lavoro fatto in questi anni in base e in piena coerenza con i documenti programmatici pluriennali ed annuali approvati dall’organo competente (dg). Un’informativa che riassume le più importanti decisioni prese nell’arco del mandato attraverso un’esposizione obiettiva e documentata dei fatti accaduti e delle scelte effettuate. Scelte coerenti con gli indirizzi ricevuti e corrette da un punto di vista formale e sostanziale e che dimostrano come ognuno abbia svolto il proprio ruolo in base alle attribuzioni previste dalla legge e dallo statuto, nei modi e nei tempi dovuti".
Non solo. Mancini rivendica anche che non ci sono state omissioni. "In riferimento ad alcuni passaggi che conterrebbe il documento, che a me non è noto - sottolinea con forza il presidente della Fondazione - niente è stato nascosto, ma le informazioni sono state date sempre tempestivamente e in maniera esauriente anche quando si è trattato di decidere entro tempi ristretti. Del resto i verbali delle riunioni lo attestano in maniera incontrovertibile".
Infine Mancini registra "che nonostante si sia giunti alla fine del mandato ancora alcuni non abbiano compreso, o forse non vogliono comprendere, la distinzione di ruolo tra le funzioni e le attribuzioni di un organo di indirizzo quale è la deputazione generale, rispetto a quelle di amministrazione e gestione spettanti alla deputazione amministratrice. Né tantomeno spettano alla dg compiti di controllo, attribuiti al collegio dei sindaci revisori. Non si è voluto neppure comprendere che la deputazione generale della FMps non è assimilabile a un consiglio comunale o provinciale, e che quindi non è luogo di dibattito politico, di regolamento dei conti, di scarico delle responsabilità". Un fine mandato, sicuramente, caldo, come questi giorni di fine luglio.
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